Il gip di Milano Teresa De Pascale, come chiesto dalla Procura, ha archiviato l'inchiesta per omicidio volontario a carico di Francesco Sicignano, il pensionato di Vaprio d'Adda, nel Milanese, che nell'ottobre del 2015 sparò ed uccise un ladro albanese che era entrato nella sua abitazione. Ad opporsi alla richiesta di archiviazione, formulata dai pm a fine maggio 2016 evidenziando la "legittima difesa", erano stati i familiari del giovane albanese.
Quando il pensionato Francesco Sicignano il 20 ottobre del 2015 sparò ed uccise il ladro 22enne Gjergi Gjonj fu quindi per legittima difesa.
I dubbi della famiglia del ladro 22enne - E' quindi caduta definitivamente l'accusa a carico del 67enne di omicidio volontario. La famiglia del 22enne si era opposta alla richiesta di archiviazione: per il legale dei genitori dell'albanese sarebbero servite nuove indagini e approfondimenti sull'ipotesi che l'uomo potesse aver sparato dall'alto mentre l'albanese era ancora sulle scale esterne della villetta e non ancora dentro, come invece è emerso dall'inchiesta degli inquirenti. In particolare, tra gli approfondimenti necessari, secondo il legale del padre e della madre di Gjonj, c'era anche la cosiddetta "blood pattern analysis", ossia l'analisi delle tracce emetiche.
La ricostruzione di quella notte - Nelle prime battute dell'indagine, tra l'altro, gli stessi pm avevano ipotizzato che il pensionato (dopo l'accaduto fu anche candidato consigliere comunale a Milano per Forza Italia, non eletto), quella sera avesse sparato quando il ladro non era ancora entrato nella casa ma si trovava ancora sulle scale esterne. Il medico legale nominato dalla Procura, però, accertò poi che la dinamica della morte poteva essere compatibile con la versione di Sicignano, che aveva sempre detto di aver sparato in casa per difendersi.
Sicignano: "Ho sparato dentro casa quando mi è venuto verso di me minaccioso" - "Ho visto la sagoma di un uomo all'interno della cucina, ho gridato 'cosa stai facendo?' e a quel punto lui invece di allontanarsi mi è venuto incontro, minaccioso", aveva messo a verbale nell'interrogatorio. "Si trovava a circa due metri e mezzo, ho avuto paura di essere aggredito e ho sparato - aveva aggiunto - poi lui si è trascinato fuori casa, ancora vivo, uscendo sulle scale esterne". Il 22enne non aveva armi con sé e in mano aveva una torcia elettrica.
La tesi della procura - Il proiettile, secondo il medico legale, ha sfiorato il cuore dell'albanese attraversando il corpo senza colpire direttamente l'organo. Per questo Gjonj, nella ricostruzione della Procura, potrebbe essere rimasto in vita quasi per un minuto. Il tempo necessario per trascinarsi fuori dalla cucina e, attraverso un percorso tortuoso, raggiungere le scale esterne, dove poi è morto.
Il legale dei familiari del giovane, invece, aveva insistito per nuove indagini con l'ipotesi di omicidio volontario parlando di ricostruzione "parziale" dei pm e di "numerose incongruenze". Secondo il difensore, infatti, il 22enne venne "ucciso sulle scale, fuori dall'abitazione, e poi il proiettile venne buttato nel soggiorno di casa". Il giudice, tuttavia, ha accolto la tesi della Procura e ha "cancellato" l'indagine a carico di Sicignano.