Coronavirus, conto alla rovescia per le riaperture | Speranza: "Sui vaccini accelereremo"
Resta l'incognita del "pass", le cui caratteristichre sono ancora in dubbio: ne discuterà il Cts. Sul fronte scuola, da lunedì saranno 6 milioni e 850mila gli studenti in presenza
Mentre è partito il conto alla rovescia per le prime riaperture del 26 aprile, annunciate dal premier Draghi, resta l'incognita del "pass" per gli spostamenti, le cui caratteristiche sono ancora oggetto di discussione. Intanto il ministro Speranza annuncia che la capacità vaccinale è arrivata a 350mila dosi al giorno, ma "accelereremo nelle prossime settimane". Sul fronte scuola, da lunedì saranno 6 milioni e 850mila gli alunni presenti in classe.
Sul tema del "pass" per gli spostamenti tra regioni e l'accesso ad eventi, lunedì si confronterà il Cts; tra le ipotesi in campo c'è quella di un'app con un codice QR sul modello di quella israeliana e quella cui sta lavorando anche l'Unione Europea, ma ci vorrà tempo per attivarla. Rispetto al precedente dell'app Immuni, che non è decollata, a favorire la diffusione della certificazione tra gli italiani sarà l'interesse ad averla per poter viaggiare o assistere agli eventi. E in attesa del "pass", dal 26 aprile potrebbe bastare una certificazione che dimostri una delle 3 condizioni richieste: vaccinazione, test negativo, guarigione.
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Sull'introduzione del "pass", però, c'è già chi protesta, anche nella stessa maggioranza. "Non scherziamo! Bene l'inversione di rotta con le riaperture dal 26 aprile - sostiene il leghista Armando Siri - ma la contropartita non può essere l'introduzione di un pass sanitario". Il radicale Maurizio Bolognetti annuncia la "disobbedienza civile" contro quella che definisce "una patente discriminazione".
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E mentre a piazza del Popolo a Roma mille lavoratori dello spettacolo sono stati protagonisti di un flashmob con i bauli e a Cagliari sono scese in piazza 500 persone al grido "siamo stanchi di non lavorare", proprio sulle riaperture non si arrestano le polemiche, con Matteo Salvini che chiede di anticipare le riaperture al chiuso e cancellare il coprifuoco delle 22 e Giorgia Meloni che parla di "passi indietro".
Il decreto che il Consiglio dei ministri dovrebbe varare tra martedì e mercoledì fisserà comunque termini e regole per le riaperture: dal 26 aprile in zona gialla sarà possibile mangiare solo nei locali che hanno tavoli all'aperto e dal primo giugno anche in quelli al chiuso, ma solo a pranzo. Nella stessa data via libera sempre all'aperto a teatri, cinema e spettacoli mentre i musei saranno accessibili anche al chiuso così come piscine e palestre.
Gli "aperturisti" nella maggioranza spingono però per un'ulteriore accelerazione. In prima fila Salvini: "Prossimi obiettivi: anticipare riaperture al chiuso e cancellare il coprifuoco delle 22. Avanti, non si molla", dice il leader della Lega. Mentre Daniela Sbrollini (Italia Viva) invita l'esecutivo a riaprire piscine e palestre al coperto già dai primi di maggio. E il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, chiede i ristoranti aperti anche al chiuso in zona gialla.
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Sempre all'attacco FdI. "Continuare con il coprifuoco è uno sfregio alla libertà individuale", secondo Giorgia Meloni, critica anche sulle riaperture dei ristoranti solo all'aperto: "Una follia totale, altro che cambio di passo". Invita invece alla cautela il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca: "dobbiamo fare molta attenzione, se apriamo in maniera scriteriata tra 15 giorni chiudiamo tutta Italia".
E per le vacanze? "Credo - ha detto il ministro per gli Affari Regionali, Mariastella Gelmini - che ci aspetti un'estate da trascorrere in tranquillità e dunque possiamo prenotare le vacanze. Rigorosamente in Italia, per aiutare la nostra economia. Ma non è un liberi tutti, bisogna mettere in campo tutte le cautele".
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