DOPO LE VIOLENZE

Scontri a Gerusalemme, 4 morti e 750 feriti | Appello di Trump alla calma

Razzi dalla Striscia e bombardamenti israeliani. Hamas: "Intifada prosegue". All'Onu condanna della decisione del presidente Usa

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Il presidente americano Donald Trump ha lanciato un appello alla calma e alla moderazione dopo la giornata di violenze in Medio Oriente seguite alla sua decisione di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele. "Il presidente - ha detto una portavoce della Casa Bianca - spera che le voci della speranza prevalgano su coloro che diffondono l'odio".

Le parole di Trump arrivano al termine di una giornata di proteste e violenti scontri, con un bilancio di quattro morti e oltre 750 feriti, secondo i dati della Mezzaluna rossa. Dalla Striscia, per il secondo giorno consecutivo, sono stati sparati razzi verso il sud d'Israele, con l'Iron Dome - il sistema antimissili - che ne ha intercettato uno. Lo Stato ebraico ha reagito con colpi di cannone e raid aerei sulle basi di Hamas, uccidendone due membri. E proprio Hamas tuona: l'intifada proseguirà.

Onu: "Decisione di Trump minaccia la pace" - Intanto in una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza, l'Onu si è schierato per Gerusalemme capitale di due Stati, avvertendo che la scelta di Trump "minaccia la pace". Proprio al Palazzo di Vetro si è consumato lo strappo formale tra Europa e Stati Uniti, con gli ambasciatori di cinque Paesi Ue (tra cui l'Italia) che hanno firmato una dichiarazione comune di condanna della decisione di Washington.

Il Papa copto rifiuta di incontrare Pence - Il Papa copto Tawadros II non incontrerà il vicepresidente americano Mike Pence durante il viaggio di quest'ultimo in Medio Oriente. La Chiesa cristiana copta egiziana ha affermato che la decisione del presidente Trump su Gerusalemme "non ha preso in considerazione i sentimenti di milioni di arabi". Venerdì anche il grande Imam della moschea di Al-Azhar, lo sceicco Ahmed al-Tayyib, aveva annunciato di non voler incontrare Pence il 20 dicembre, come era previsto.