il futuro degli smartphone

Huawei, la sfida ad Apple arriva dalla Cina: "L'anno prossimo i nostri smartphone saranno i migliori di tutti"

La lucida follia di Richard Yu: "Intelligenza artificiale e fotocamera professionale per diventare numeri uno"

di Gian Luca Rocco

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Dalla Cina con furore. Non è solo il titolo di un famoso film con Bruce Lee ma una realtà con la quale gli italiani stanno scendendo a patti. Dopo il mondo del pallone con Milan e Inter, tocca a quello degli smartphone essere "colonizzato". A guidare l’invasione c’è Huawei che nel 2017 ha vissuto in Italia una crescita enorme diventando, alle spalle di Samsung, seconda come numero di cellulari venduti, con una quota di mercato a ottobre del 26,7% che sale al 32% quando si parla di dispositivi Android.

Merito senza dubbio di prodotti che hanno fatto breccia nel mercato, come la serie P o il Mate 10 Pro, frutto di grandi investimenti nel settore della ricerca: 45 miliardi di dollari in 10 anni. E proprio la ricerca e sviluppo il cuore del successo di Huawei che ha deciso di tenersi lontana dalle fluttuazioni di Borsa e mantenere un azionariato diffuso tra i dipendenti per poter investire al meglio i grandi margini che ricava non solo nel settore consumer, e quindi smartphone, tablet, orologi, ma anche da quello che per anni è stato il suo cuore, ossia le infrastrutture. Huawei, infatti, ha "cablato" praticamente mezzo mondo, la metà che non è in mano a Cisco.

Per capire la forza d'urto di un marchio che è entrato nel cuore degli italiani, riuscendo nel non facile compito di sostituire la parola "cineseria" con prodotto cinese di qualità, siamo volati tra Pechino e Shanghai dove, ad esempio, oltre 10mila ingegneri lavorano in un edificio chilometrico al futuro degli smartphone. O nei centri dove si testano in continuazione prodotti vecchi e nuovi, compresa la rete 5g che ormai è alle porte. Ma cosa ci aspetta? "In futuro i cellulari saranno sempre più importanti nella vita di ognuno di noi - dice Richard Yu, CEO della parte consumer di Huawei -. Non solo, ma diventerà sempre più intelligente e trasparente, non è detto che manterrà questa forma. Immagino occhiali che mescolano realtà a immagini prodotte artificialmente, allargando la visuale e semplificando l'interfaccia".

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Un futuro alla Blade Runner, nel quale Huawei vuole avere un posto d'onore. "L'anno prossimo lanceremo una grande novità per quanto riguarda la fotocamera - sorride Yu -. Vogliamo dotare lo smartphone della stessa efficacia di un macchina fotografica professionale. Ma la vera novità riguarda l'intelligenza artificiale, alla quale abbiamo già lavorato molto per il Mate 10 Pro, ma che trasformerà il modo di interfacciarsi al cellulare. Saprà riconoscere non solo l'utente, ma anche i suoi comportamenti, fino a prevederli, e perché no, le sue emozioni. Ed è possibile che il cellulare scompaia per fare posto a un dispositivo più comodo ed efficace. Magari un chip sottopelle che integri tutte le sue funzioni".

Ma qual è la sfida più grande? "Tecnicamente è di sicuro allungare la durata delle batterie - dice Yu -. In secondo luogo, rendere il telefono connesso sempre, in ogni situazione". E filosoficamente? "In tecnologia c'è evoluzione e rivoluzione - sorride Yu -. E noi vogliamo far parte della seconda. E poi per noi innovare, portare i nostri prodotti di eccellenza in giro per il mondo è una sorta di riscatto per per tutta la Cina che ha vissuto anni durissimi. Magari sembrerò poco umile a dirlo, ma l'anno prossimo sono sicuro che i nostri prodotti saranno i migliori sul mercato". Riuscirà il dragone a mangiarsi la mela? La risposta non si farà attendere.