"Ho mantenuto la mia promessa elettorale, gli altri non lo hanno fatto". Così Donald Trump parla del riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele. Il tweet è accompagnato da un video in cui compaiono gli ex presidenti Bill Clinton, George W. Bush e Barack Obama, "rei" di aver affermato di ritenere Gerusalemme capitale di Israele, ma di non averlo mai riconosciuto ufficialmente. L'appello dell'Onu: "Gerusalemme sia la capitale dei due Stati".
Abu Mazen: "Gli Usa non sono più mediatori di pace" - "Rinnoviamo il nostro rifiuto della posizione americana su Gerusalemme. Gli Usa non sono più qualificati per occuparsi del processo di pace". Lo ha detto il presidente palestinese Abu Mazen secondo cui la decisione Usa viola la legittimità internazionale. Abu Mazen ha detto di accogliere con favore "la grande condanna internazionale testimoniata dalla riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu". Gli ambasciatori Onu di cinque Paesi europei (Italia, con l'ambasciatore Sebastiano Cardi, Francia, Gran Bretagna, Germania e Svezia ) hanno letto una dichiarazione comune al Palazzo di Vetro dicendosi in "disaccordo" con la decisione di Donald Trump di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele e di prepararsi a trasferire l'ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemm
Trump "cita" i vecchi presidenti Usa - Le immagini di Clinton sono del 1992, poi ci sono George W. Bush nel 2000 e Barack Obama nel 2008. Infine la promessa di Trump nel 2016, in campagna elettorale, seguito dall'annuncio del riconoscimento di Gerusalemme capitale di Israele in questi giorni.
A Washington il presidente americano ha celebrato Hanukkah, la "festa delle luci" ebraica, alla Casa Bianca, definendola "particolarmente speciale" quest'anno, dopo l'annuncio tanto contestato. "In questo momento penso a quello che sta accadendo e a tutto l'amore che c'è in Israele e per Gerusalemme", ha dichiarato Trump: accanto a lui c'era il genero e consigliere Jared Kushner e la figlia Ivanka, che si è convertita all'ebraismo.
Onu: "Gerusalemme sia la capitale di due Stati" - L'inviato speciale delle Nazioni Unite per il Medio Oriente, Nickolay Mladenov, ha ricordato le parole del segretario generale Antonio Guterres, secondo cui Gerusalemme "deve essere la capitale dei due Stati". "Esorto la comunità internazionale a onorare la sua responsabilità storica, aiutando Israele e Palestina a raggiungere questo obiettivo", ha detto durante la riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza.
"Preoccupa il rischio escalation" - "Sono molto preoccupato per il potenziale rischio di escalation nello Stato di Israele", ha sottolineato Mladenov. "E' ora più importante che mai preservare la prospettiva della pace", ha aggiunto, ribadendo che "non c'è un piano B alla soluzione dei due Stati. Solo con un dialogo costruttivo si potrà raggiungere la pace".
Hamas: "La santa Intifada non si ferma qui" - "Né Trump né altri potranno cambiare la verità storica e geografica e l'identità della Città Santa. Sogna chi pensa che tutto si esaurirà con le manifestazioni". Lo ha dichiarato il capo dell'ufficio politico di Hamas a Gaza, aggiungendo che "la santa Intifada ha inoltrato due messaggi: respingiamo la decisione del presidente Trump e siamo pronti ad immolarci per difendere Gerusalemme".
Tillerson: "Due anni per spostare l'ambasciata" - Per trasferire l'ambasciata americana a Gerusalemme "ci vorranno almeno due anni", ha sottolineato il segretario di Stato americano, Rex Tillerson. Il capo della diplomazia Usa ha anche evidenziato come lo status finale di Gerusalemme "sarà definito nei negoziati tra israeliani e palestinesi".
L'appello dell'imam al-Azhar: "Fermare Trump" - "Bisogna agire presto e con decisione per bloccare l'applicazione della decisione americana di trasferire l'ambasciata a Gerusalemme". E' l'appello del Grande Imam di al-Azhar, Ahmed Al Tayyib, massima espressione dell'Islam sunnita, rivolto a leader e governi dei Paesi del mondo islamico, alla Lega Araba, all'Organizzazione della Cooperazione Islamica e alle Nazioni Unite.