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Oliver Onions, sul palco per Bud Spencer: "Abbiamo riportato dal vivo i magici temi da film degli anni 70"

Il gruppo si è riunito per un concerto a Budapest, immortalato in un cd e un dvd live. Tgcom24 ha parlato con Maurizio De Angelis e vi offre in esclusiva un estratto dal concerto

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Da "Sandokan" a "Zorro" fino a tutte le migliori colonne sonore dei film di Bud Spencer e Terence Hill che li hanno resi celebri in Italia e soprattutto nel mondo. Guido e Maurizio De Angelis tornano con lo pseudonimo di Oliver Onions per "Reunion Live - Budapest", registrazione integrale di un grande concerto omaggio a Bud Spencer tenutosi l'anno scorso a Budapest. "Negli anni 70 la musica da film era protagonista" dice Maurizio De Angelis a Tgcom24.

Quando si pensa ai film di Bud Spencer e Terence Hill è impossibile non collegare le risate per le battute e le scazzottate a canzoni che sono rimaste nella memoria di un'intera generazione. Merito di Guido e Maurizio De Angelis, autori di numerosissime colonne sonore tra gli anni 70 e gli 80, all'interno delle quali hanno firmato (e interpretato) canzoni diventate vere e proprie hit, come " Sandokan", " Dune Buggy" o " Fantasy" (colonna sonora di "Bomber" ma poi riutilizzata con un testo in italiano per il cartone animato "Galaxy Express 999").  

I due, come Oliver Onions, il loro nome d'arte più conosciuto, sono tornati a suonare dal vivo dopo molti anni, per un evento che ora è diventato un cofanetto con doppio cd e dvd. "Il merito è di un organizzatore di concerti ungherese che conosceva tutto il repertorio dei film di Bud Spencer e Terence Hill, perché in tutta quella che si chiamava Europa dell'Est avevano avuto un grandissimo successo - spiega Maurizio De Angelis -. Quando è venuto a mancare Carlo Pedersoli questo produttore si è messo in contatto con noi chedendoci la nostra disponibilità a risalire sul palco per un concerto che fosse un po' un'antologia delle nostre colonne sonore e soprattutto quelle dei loro film, in modo da rendere un omaggio a Bud".

Avete subito riposto di sì? 
L'unica nostra remora riguardava il tempo a disposizione per preparare un evento di questo tipo. Avevamo pochi mesi, tenendo conto che oltretutto ci mettevano a disposizione un'orchestra sinfonica, il ché imponeva una rivisitazione degli arrangiamenti dei brani per far suonare l'orchestra in contemporanea al gruppo strumentale che ci portavamo dall'Italia. Il tutto mantenendo lo stile e le atmosfere originali.

E poi cosa è successo?
Abbiamo smesso le nostre attività, quella di produzione da parte di mio fratello e di autore di colonne sonore da parte mia. Erano tanti anni che non salivamo su un palco per eseguire dal vivo le nostre musiche. Devo dire che la risposta del pubblico è stata fantastica: alla Sports Arena di Budapest c'erano circa 12mila persone. 

La cosa vi è piaciuta al punto che ora c'è in cantiere di riproporla...
Ci sono stati dei contatti, stiamo valutando quanto e come sia fattibile. Per il momento dovremmo partire con un concerto simile, a Berlino, intorno ad aprile. A noi in effetti è piaciuto molto. Vedere questo trasporto e coinvolgimento, a distanza di tanto tempo, diventa un momento molto affascinante. Siamo favorevoli a fare questo tipo di cose. Se si riusciranno ad organizzare, presentando il nostro repertorio nella maniera migliore, vedremo di farlo.

Le colonne sonore di quegli anni sono rimaste nella memoria della gente che spesso le ricorda ancora più di alcune delle pellicole a cui erano associate. Come mai questo oggi non avviene più?
E' cambiato l'approccio delle nuove leve della regia, che richiedono sempre meno quello che una volta si chiamava "il tema". Non vengono richiesti mai o al massimo limitatamente ai titoli di testa o di coda. Se si pensa che in televisione i titoli di coda vengono sempre tagliati, mentre quelli di testa non esistono o sono sempre più brevi per entrare subito nell'azione, si capisce come lo spazio di manovra di un compositore sia sempre più risicato. 

E una colonna sonora oggi come deve essere?
Viene privilegiata sempre di più quella che io chiamo "musica epidermica", ovvero quella musica che ha anche effetto ma solo in combinazione con le immagini, al di là di quelle non rimane nulla. Quindi sono quasi scomparsi i temi che possano avere una vita indipendente dal film. Anche in televisione la tendenza è questa.

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Crede possibile un ritorno al passato?
Non so se tornerà, se così fosse sarebbe un bene. Anche perché la musica "epidermica" si sta un po' omologando. Essendo un lavoro che si può fare sfruttando le nuove tecnologie e librerie di suoni predefinite, il risultato è che spesso le soundtrack di film diversi hanno passaggi quasi sovrapponibili. Mentre il tema di "C'era una volta il West" può essere solo in quel film...

Come mai i registi non vogliono più colonne sonore "vecchio stile"?
Temono, e forse hanno anche un fondo di ragione, che il film venga apprezzato più per la musica che per le immagini. Eppure non valutano che quando, per ragioni di budget, non hai grandissimi attori ma solo qualcuno di valido, una bella colonna sonora può essere anche un bel sostegno.

C'è una colonna sonora alla quale è particolarmente legato?
Sono legatissimo alla prima in assoluto, quella di "Per grazia ricevuta" di Nino Manfredi, perché è quella che ci ha permesso di entrare nel mondo del cinema. Per il resto mi è difficile scegliere perché abbiamo sempre dato l'anima nel nostro lavoro. Sarebbe un po' come dire vuoi più bene al papà o alla mamma?

Qualcuna vi ha dato particolari difficoltà nel realizzarla?
Sandokan ha richiesto un anno di lavoro ma poi è stata premiata. A livello di impatto popolare molti la ricordano per la canzone dei titoli di testa, ma in realtà c'era tutta una soundtrack con uno studio apposito di strumentazioni. Nel 1975 non esistevano i computer e per esempio io ho dovuto esercitarmi con il sitar. C'è stato un discorso di ricerca di atmosfere per le quali abbiamo utilizzato mezzi improvvisati, come mixare un'orchestra sinfonica con le note emesse da enormi conchiglioni percossi insieme per realizzare un accordo stranissimo. Un contrasto che dava il colore unico, nostalgico ed etnico, che creava suggestione. Che spesso è l'obiettivo di una colonna sonora.

-olycom

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