procura: "delitti premeditati"

Famiglia avvelenata con il tallio a Nova Milanese, arrestato il nipote delle vittime: "Non saprete mai perché l'ho fatto"

Mattia Del Zotto è ritenuto il responsabile del triplice omicidio dei nonni e di una zia. Gli viene contestato anche il tentato omicidio di altre 5 persone

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E' stato arrestato dai carabinieri di Desio, in Brianza, Mattia Del Zotto, ritenuto il responsabile del triplice omicidio dei nonni e di una zia, deceduti a ottobre per avvelenamento dovuto al solfato di tallio. Al 27enne viene contestato anche il tentato omicidio di ulteriori 5 persone (i nonni materni, il marito della zia deceduta, un'altra zia e una badante dei nonni paterni). Secondo la procura, i delitti sarebbero stati premeditati.

"Ho usato il tallio per punire soggetti impuri" - Mattia Del Zotto ha detto agli inquirenti di aver voluto "punire soggetti impuri". Il 27enne ha poi detto di non voler collaborare con le indagini. I carabinieri hanno trovato in casa sua, a Nova Milanese, cinque confezioni di solfato di tallio. Trovate anche le ricevute del relativo acquisto. Le confezioni, per complessivi 60 grammi, sono state acquistate a Padova. I carabinieri hanno trovato anche sul cellulare del giovane conversazioni in cui lui fa riferimento alle ricevute dell'acquisto.

"Non saprete mai perché l'ho fatto" - Dopo l'accenno ai soggetti impuri, Del Zotto si è però chiuso in se stesso dicendo chiaramente ai carabinieri, sguardo freddo e nessuna emozione nelle parole, che "non saprete mai perché l'ho fatto, non ho da collaborare con la vostra istituzione o con altre istituzioni di questo Stato". E quando gli è stato chiesto se avesse un avvocato di fiducia, ha risposto seccamente: "Non ho bisogno di altre persone che parlino al posto mio. Scegliete dall'elenco del telefono la persona che più vi aggrada".

La madre di Mattia: "Faceva parte di una setta" - Secondo quanto riportato dal verbale dei carabinieri, la madre di Del Zotto ha spiegato che il "figlio ultimamente (...) ci ha detto di non essere più cattolico, e che sta seguendo una religione che non ci ha dettagliato. La mia deduzione è che si tratti di una specie di setta. Questo nuovo stile di vita è ispirato (...), a suo dire e se non ricordo male, da un gruppo chiamato 'Concilio Vaticano II'".

I carabinieri: "Arrestato per evitare altre vittime" - "Abbiamo proceduto all'arresto per scongiurare altre possibili vittime", hanno spiegato i carabinieri. Gli investigatori sono risaliti a Mattia Del Zotto seguendo le tracce di un account di posta elettronica col nome falso "Davide Galimberti" e i tabulati telefonici del suo cellulare. Grazie a queste indagini è stata ricostruita la trattativa con un'azienda chimica di Padova per l'acquisto del solfato di tallio.

Triplice omicidio dei nonni e di una zia - I primi ad accusare i sintomi da intossicazione da tallio sono stati il nonno paterno Giovanni Battista Del Zotto (94 anni), la zia Patrizia Del Zotto (62 anni) e la nonna paterna Maria Gioia Pittana (88 anni), deceduti il 2 e il 13 ottobre all'ospedale di Desio.

Tentato omicidio di altre 5 persone - In seguito è stata la volta di Laura Del Zotto e di Enrico Ronchi, rispettivamente sorella minore e vedovo di Patrizia Del Zotto, e della badante di famiglia Serafina Pogliani, finiti in ospedale per avvelenamento. Infine anche i nonni materni, Alessio Palma e Maria Lina Pedon, 83 e 81 anni, sono stati ricoverati in ospedale per lo stesso tipo di avvelenamento.

Il veleno era stato messo in una tisana - Proprio a casa dei nonni materni gli inquirenti hanno sequestrato una miscela di erbe per infusi contaminate da tallio. In una prima fase, gli inquirenti avevano ipotizzato un avvelenamento accidentale attraverso il cibo avvenuto nella casa di campagna dei Dal Zotto a Varmo (Udine), un luogo dove l'intera famiglia, compresa la badante, aveva trascorso alcune settimane di vacanza nello stesso periodo ad agosto.

I vicini: "Un ragazzo schivo e disoccupato" - I vicini descrivono Mattia Del Zotto come un ragazzo schivo, appassionato di elettronica e informatica, ma da tempo sotto pressione perché non trovava lavoro. Il giovane vive da sempre a Nova Milanese insieme ai genitori, agli zii e ai nonni deceduti, in una palazzina suddivisa in quattro appartamenti. "È sempre stato molto schivo e silenzioso, siamo davvero senza parole", dice una vicina di casa della famiglia. "So che è appassionato di informatica, andava in palestra, ma nulla di più", aggiunge un altro vicino.