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Catalogna: scarcerati quattro ex ministri detenuti, ma i leader restano in carcere o in esilio

Alla viglia del via della campagna elettorale per le elezioni del 21 dicembre, il giudice ha respinto la richiesta di libertà condizionale a Junqueras, vice di Puigdemont

-afp

Quattro ex ministri del governo catalano di Carles Puigdemont, dichiarato destituito dalla Spagna, sono usciti dal carcere di Estremena, vicino a Madrid. Jordi Turull, Raul Romeva, Carles Mundò e Jordi Rull sono stati rimessi in libertà condizionale dal Tribunale supremo spagnolo dietro pagamento di una cauzione di 100mila euro con le colleghe Meritxell Borras e Dolors Bassa, rilasciate dalla prigione per donne di Alcala Meco.

Il Presidente uscente, e candidato alla presidenza, in esilio; il suo vice, pure presidente in pectore, in carcere, come altri candidati al parlamento, mentre inizia la campagna ufficiale per il voto del 21 dicembre. Saranno le "elezioni più importanti della storia della Catalogna", ha detto dall'esilio belga Carles Puigdemont, destituito dal premier spagnolo Mariano Rajoy con i poteri speciali che gli ha conferito il Senato per fermare la corsa verso l'indipendenza della regione ribelle. Saranno anche quelle piu' anomale.

A poche ore dall'inizio ufficiale della campagna, il giudice Pablo Llarena del Tribunale Supremo spagnolo ha negato la libertà condizionale a Junqueras, accusato di 'ribellione' dopo la proclamazione della 'repubblica' catalana il 27 ottobre, con altri sette membri del Govern e i leader indipendentisti Jordi Sanchez e Jordi Cuixart. Llarena ha liberato invece quattro ministri con una cauzione di 100mila euro ciascuno. Per Junqueras, l'ex ministro degli Interni Joaquim Forn e i leader indipendentisti Jordi Sanchez e Jordi Cuixart, ha confermato l'arresto per "il rischio di reiterazione del reato". Per Llarena le loro azioni sono state "direttamente vincolate con un'esplosione di violenza" durante il processo indipendentista. Una tesi contestata dal fronte secessionista e da oltre 100 costituzionalisti spagnoli, che sottolineano come tutte le manifestazioni indipendentiste siano state sempre pacifiche.

La decisione è stata annunciata mentre a Bruxelles un altro magistrato, però belga, ascoltava Puigdemont e i ministri in esilio con lui prima di prendere un decisione sulla richiesta di estradizione spagnola, il 14 dicembre. Con i possibili ricorsi la procedura potrebbe durare due mesi. I 10 detenuti di Madrid - sei dei quali scarcerati oggi - e i 5 'esiliati' rischiano 30 anni di carcere per 'ribellione', per avere portato avanti il progetto politico dell'indipendenza. Per il capogruppo di Erc, il partito di Junueras, Joan Tarda', il rifiuto di liberare tutti i "detenuti politici" e' una "vendetta" dello Stato spagnolo. Per la segretaria Marta Rovira, Madrid "vuole vincere senza avversari", impedendo al leader del primo partito catalano di fare campagna. Migliaia di persone sono scese in piazza davanti ai municipi delle città catalane per denunciare la mancata liberazione degli ultimi 4 detenuti.

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