Su Banca Etruria la "vera responsabilità" è stata di Bankitalia. Lo afferma Matteo Orfini dopo che il pm di Arezzo Roberto Rossi ha definito, parlando alla Commissione d'inchiesta, "un poco strano" che Bankitalia incentivasse la fusione con Popolare Vicenza di cui erano note le condizioni. Da via Nazionale si sottolinea di non aver mai sostenuto il matrimonio con Pop Vicenza e che il commissariamento non è stato deciso per la mancata aggregazione.
Il caso Banca Etruria resta quindi incandescente e vede il Pd e il M5s scontrarsi sulle presunte connivenze del governo tramite il sottosegretario Maria Elena Boschi. Dal Nazareno arriva un nuovo attacco frontale alla Banca d'Italia sulla quale emerge "l'inenarrabile", come confida Renzi ai suoi. Bankitalia accusata di non aver vigilato e poi tentato, senza successo, un'operazione di aggregazione di Etruria con la Popolare di Vicenza nel 2014, anch'essa in difficoltà. Una mancata fusione che portò poi al commissariamento dell'istituto aretino a inizio 2015 mentre Vicenza si rivolgeva, invano, a Veneto Banca.
Ricostruzione respinta dalla Banca d'Italia che dice di non aver mai "sostenuto le nozze" con Vicenza. La scintilla che ha riattivato l'incendio sul tema bancario arriva dall'audizione del procuratore di Arezzo Roberto Rossi alla Commissione d'inchiesta sulle banche, al termine del quale il presidente del Pd Matteo Orfini è lapidario: "Emerge la vera responsabilità che è di Banca d'Italia" e si "sgretola il castello di sciocchezze", mentre Carla Ruocco (M5s) parla di "conflitti di interessi e omessa vigilanza".
Ma i Cinque stelle avvertono: "il Pd non si sogni di scaricare tutte le responsabilita' su via Nazionale. Sono surreali le esultanze dei renziani in queste ore".