"Se scoppierà la guerra il regime nordcoreano sarà completamente distrutto". Lo ha detto l'ambasciatrice americana alle Nazioni Unite, Nikki Haley, parlando al Consiglio di sicurezza dell'Onu, riunito d'urgenza. "Non abbiamo mai cercato e non cerchiamo la guerra con la Corea del Nord. Quest'ultima azione avvicina il mondo alla guerra", ha detto la Haley. "Kim Jong-un è un cagnolino malato", ha affermato il presidente americano Donald Trump.
La Haley ha invitato tutti i Paesi membri a "tagliare tutti i rapporti" con Pyongyang, chiedendo di "isolare il Paese dai rapporti diplomatici, limitando la cooperazione militare, scientifica e commerciale, oltre a fermare tutte le importazioni ed esportazioni e ad espellere i lavoratori nordcoreani. "Alcuni Stati continuano a finanziare il programma nucleare nordcoreano", ha precisato.
Ma che la situazione sia vicina al punto di rottura lo confermano anche le parole del capo degli Affari Politici dell'Onu, Jeffrey Feltman. "Non c'è niente di più pericoloso per la pace e la sicurezza del mondo in questo momento di ciò che sta accadendo nella penisola coreana" ha detto. "Il consiglio di sicurezza deve fare tutto il possibile per evitare una ulteriore escalation", ha aggiunto Feltman.
Trump: "Kim è un cagnolino malato" - Intanto durante un comizio in Missouri il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha descritto il leader nordcoreano Kim Jong-un un "Sick puppy", ovvero un cagnolino malato. Si tratta dell'ennesimo episodio della "guerra di insulti" tra i due leader. Trump, dopo aver definito la riforma delle tasse come "un carburante per razzi per l'economia americana", è poi tornato a chiamare Kim "little rocket man", piccolo uomo missile.
Russia: "Dagli Usa azioni provocatorie" - Le azioni degli Stati Uniti contro la Corea del Nord sono "intenzionalmente provocatorie". E' quanto ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, sottolineando che la via delle sanzioni "è ormai esaurita". Lo riporta l'agenzia Tass. Sulla crescente tensione tra Pyongyang e Washington è intervenuta anche la Cina, ribadendo il suo "no" alla possibilità di intervento militare e auspicando "la pace e la stabilità nella penisola coreana".