Assassin's Creed Origins - La recensione
Il nuovo episodio della saga di Ubisoft è al contempo un prequel e una rivoluzione per la serie
La saga di Assassin’s Creed ha da poco compiuto 10 anni ed è indubbiamente una delle più seguite dai videogiocatori. Negli ultimi tempi, però, alcuni appassionati di vecchia data cominciavano a soffrire alcune meccaniche diventate un po’ troppo ripetitive. Ubisoft si è presa un po’ di tempo per rifletterci e, con Assassin’s Creed Origins, ha cercato di proporre qualcosa di nuovo. Con ottimi risultati.
Dopo un anno di pausa (l’ultimo Assassin’s Creed, Syndicate, era uscito nel 2015), la saga degli Assassini torna con un nuovo episodio che vuole al contempo essere una sorta di prequel, ma anche una mezza rivoluzione per le meccaniche della serie. Assassin’s Creed Origins ci trasporta infatti nell’Antico Egitto, all’epoca di Cleopatra e Tolomeo XIII, nel 49 a.C., periodo in cui il Credo degli Assassini non esisteva ancora. Le vicende di Origins, infatti, cercano di fare luce proprio sulla nascita della Confraternita, o quantomeno sulle premesse che porteranno la famosa setta a diffondersi.
Dopo un inizio poco coinvolgente e anche abbastanza confuso, il gioco sviluppato da Ubisoft Montreal si apre e mostra ai giocatori tutto il suo potenziale. Assassin’s Creed Origins vanta il più vasto e convincente open world mai visto nella saga, che in passato si era concentrata soprattutto sull’esplorazione di singole città. Esplorare l’Antico Egitto, a piedi o in sella a cavalli e dromedari, è un’esperienza decisamente spettacolare, sia per l’ottima direzione artistica, sia per la realizzazione tecnica dei paesaggi, sia per la splendida ricostruzione del periodo storico.
La mappa del mondo di gioco è vastissima ed esplorarla tutta è un’attività che potrà impegnarvi ben oltre la conclusione della trama principale. Il consiglio che vi diamo, infatti, è di assaporare questo gioco con molta calma, alternando alle missioni principali le molte attività secondarie presenti. C’è più di un motivo valido per approcciare il gioco in questo modo.
Lo spirito open world molto più spiccato, infatti, non è l’unica novità che Assassin’s Creed Origins introduce per la serie. Questo nuovo episodio è anche caratterizzato da una presenza molto più rilevante di elementi da gioco di ruolo. Il protagonista, Bayek di Siwa, guadagna esperienza sconfiggendo nemici e completando attività principali o secondarie, e con l’esperienza guadagnata può salire di livello, incrementando automaticamente le sue caratteristiche di base (come i punti vita o la potenza d’attacco) e permettendo al giocatore di scegliere nuove abilità nell’apposito percorso studiato per lo sviluppo del personaggio. Proprio come in un classico gioco di ruolo.
Salire di livello è molto importante per proseguire nella trama principale o anche per esplorare tutta la mappa, perché le missioni principali da un certo punto in avanti, o anche determinate regioni dell’Egitto, risulteranno molto difficili da affrontare se il vostro personaggio non è adeguatamente livellato. Questa potrebbe essere una caratteristica poco piacevole per i giocatori che amano seguire solo la storia, ma vi garantiamo che esplorare l’Egitto e dedicarsi alle attività secondarie di Assassin’s Creed Origins è il modo migliore per godersi questo capitolo.
Tra le altre novità abbiamo una struttura a missioni, principali e secondarie, anch’essa tipica del genere GdR e qui molto ben applicata. Impossibile non citare, poi, la totale rivisitazione del sistema di combattimento, ora completamente diverso da quello visto (e spesso criticato) nei precedenti Assassin’s Creed. In Origins si combatte come in una versione light di Dark Souls, e i risultati sono decisamente validi.
La cosa che ci è piaciuta meno del gioco è il modo in cui sono realizzati i personaggi secondari. Se ne incontrano molti nel corso dell’esplorazione, anche perché la maggior parte delle missioni secondarie li vede protagonisti, e la loro resa grafica è nettamente inferiore a quella dei personaggi principali, per fortuna realizzati benissimo. Anche i dialoghi con queste figure minori, per quanto scritti abbastanza bene, lasciano un po’ a desiderare, per via di animazioni talvolta mediocri e per una messa in scena non sempre all’altezza del resto della produzione.
Personaggi secondari a parte, il gioco è tecnicamente maestoso e si impone come uno dei titoli graficamente più belli di questo periodo, soprattutto se giocato sulle console “potenziate” PS4 Pro e Xbox One X. Sulla nuova console Microsoft, in particolare, la resa in 4K e HDR (buonissima anche su PS4 Pro) è eccezionale e rende senza alcun dubbio Assassin’s Creed Origins uno dei migliori motivi per pensare a un televisore Ultra HD e a una console 4K.
Come lo abbiamo giocato
Abbiamo testato Assassin’s Creed Origins su PS4 standard, PS4 Pro, Xbox One S e Xbox One X, grazie a codici per il download del gioco forniti da Ubisoft. La resa è ottima su tutte le piattaforme provate, ma il gioco offre decisamente qualcosa in più, dal punto di vista grafico, su PS4 Pro e soprattutto su Xbox One X, ovviamente accoppiate a un televisore 4K HDR. Abbiamo dedicato all’avventura di Bayek 35 ore di gioco, completando la trama principale e diverse missioni secondarie.
Può piacere a chi…
… ama i giochi di ruolo open world
… lo giocherà in 4K HDR
… voleva qualcosa di nuovo da Assassin’s Creed
Potrebbe deludere chi…
… vorrebbe seguire solo la trama principale
… non tollera personaggi secondari poco curati
… odia l’Antico Egitto
Assassin's Creed: Origins è un gioco consigliato ai maggiori di 18 anni.
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