Nel 2014 il 15enne figlio del regista e attore Michele Soavi e della sua ex compagna, la sceneggiatrice Heidrun Schleef, è finito in coma al Bambin Gesù di Roma, dopo essere arrivato in codice giallo al pronto soccorso, in seguito a un incidente stradale con il suo scooter, riportando una contusione e abrasioni multiple. Dopo la denuncia dei genitori, 4 medici dell'ospedale sono stati rinviati a giudizio: secondo l'accusa avrebbero ritardato una trasfusione di sangue.
Tutto è iniziato, riferisce il Messaggero, il 20 maggio 2014, quando il giovane è stato portato al pronto soccorso con febbre alta, difficoltà di parlare e turbe nell'equilibrio. La terapia è subito identificata: una trasfusione di sangue che abbassi i valori di bilirubina. Passano 12 ore senza però che nulla venga effettuato. Alla fine il ragazzo è finito in stato di coma "di elevata gravità".
In questi giorni la svolta giudiziaria. Sempre secondo il Messaggero, "quattro tra medici e infermieri sarebbero stati rinviati a giudizio per - dice l'accusa - aver causato al giovane encefalopatia acuta con danni neurologici di grado permanente". A stabilire la verità sarà ora un giudice. "Comprendiamo la sofferenza della famiglia, ma siamo consapevoli, in coscienza, che al ragazzo sono state assicurate le migliori cure possibili", dicono dall'ospedale.