Sale la tensione sull'inchiesta

Strage Rigopiano, il prefetto si contraddice sugli interventi eseguiti

Nel giorno in cui gli atti di indagine vengono consegnati alle difese dei 23 indagati e ai legali delle 29 vittime, emergono nuovi particolari sul caos della gestione dell’emergenza

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Si sussegue senza sosta l'emergere di nuovi particolari sulla strage di Rigopiano. Dopo la telefonata shock tra il funzionario provinciale Mauro Di Blasio e il dirigente del servizio viabilità Paolo DʼIncecco, ora indagati per la tragedia, sale la tensione sull’inchiesta, nel giorno in cui gli atti di indagine vengono consegnati alle difese dei 23 indagati e ai legali delle 29 vittime. Pagine da cui vengono fuori altri dettagli sul caos della gestione dell’emergenza, ma anche su omissioni e bugie. Secondo i carabinieri forestali, nella versione del prefetto Francesco Provolo, ci sarebbero "evidenti contraddizioni nella ricostruzione dei fatti".

Gli investigatori fanno riferimento ad una riunione specifica del 24 gennaio, sei giorni dopo la valanga. "Il prefetto Provolo - scrivono i carabinieri - iniziava l'incontro elencando tutte le operazioni effettuate dalla Prefettura di Pescara già dal 16, ovvero l’apertura della sala operativa e l’insediamento del centro di coordinamento dei soccorsi e la convocazione del comitato operativo viabilità". Tuttavia, le forze dell'ordine fanno notare, come questa sia una "circostanza già smentita nelle evidenze investigative".

Ad essere incongruenti non sono tuttavia, secondo i carabinieri forestali, solo le dichiarazioni del Prefetto, bensì anche quelle del suo staff. La viceprefetto, Ida De Cesaris, nega infatti alla squadra mobile "che sia mai esistito un piano neve" e parlerà anche di una "turbina dirottata da Villa Celiera a Rigopiano". "È accertato - annotano le forze dell'ordine - che l’unica turbina inviata a Rigopiano è quella Anas di Penne, allertata solo dopo le 19.30".

A smentire la versione del prefetto è Silvia Conti, comandante della polizia stradale di Pescara e sorella dell’ex generale della Forestale, morto suicida due settimane fa: "Non ho ricevuto alcuna convocazione per il comitato di viabilità presso la prefettura di Pescara", afferma. Ma ad essere investita dal caos è anche la Regione Abruzzo: il presidente Luciano D’Alfonso, scrive il Noe, prima di convocare il Comitato operativo regionale, delega Claudio Ruffini. Intercettato, Ruffini smista le turbine, spesso minacciando chi cerca di opporsi. "Dobbiamo fare un tavolo sennò qua ci scappa il morto», lo avverte la Protezione civile. Alle 16.10, quando Ruffini ancora temporeggia ad inviare uno spazzaneve sulla zona di Rigopiano, il consigliere regionale Lorenzo Sospiri afferma: "La gente sta morendo e voi non vi rendete conto".