Detroit: Become Human è ambientato in un futuro in cui gli androidi sono diventati parte integrante della società. Costruiti col ruolo di servire gli umani senza contare su una propria coscienza, questi esseri robotici si ritroveranno coinvolti in un movimento di rivolta dopo che alcuni esemplari, come la protagonista Kara, scopriranno di essere capaci di provare sentimenti umani e sviluppare una personalità propria.
TRE ANIME Detroit: Become Human è l’ultima evoluzione di un genere, quello delle avventure, che negli ultimi anni ha abbracciato l’idea di offrire bivi narrativi, approcci multipli e finali differenti. Uno degli studi più attivi in questo senso è Quantic Dream, che ha cercato di rendere i videogiochi sempre più interattivi e personali, dando modo all'utente di scegliere e plasmare la propria storia.
Il merito di tutto ciò passa sicuramente dal genio di David Cage, designer che sin dai suoi primissimi progetti ha cercato di confezionare un genere che strizzasse l'occhio al mondo di Hollywood e offrisse un taglio più orientato verso le produzioni cinematografiche. Un genere che è andato affinandosi notevolmente dal primo esemplare conosciuto come Fahrenheit, che al debutto sconvolse l'intera industria grazie alla possibilità di intervenire direttamente sulla trama in base alle proprie scelte.
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Ciò che al tempo sembrava impensabile è stato spinto oltre i limiti da Cage con i suoi titoli successivi, Heavy Rain e Beyond: Due Anime, esperienze che hanno consentito al designer di maturare come sceneggiatore e mettere in piedi una storia, quella del prossimo Detroit, che conta un copione da oltre 2000 pagine. Il tutto ovviamente considerando le varie scelte a disposizione del giocatore e le possibili conseguenze a cui ognuna di esse porterà prima di assistere ai titoli di coda.
Secondo Cage, due giocatori che hanno portato a termine Detroit potrebbero trovarsi a parlare della propria esperienza con differenze talmente nette nell'evoluzione della trama da sembrare che i due abbiano giocato titoli completamente differenti. In questo senso, la presenza di tre personaggi giocabili (Kara, il poliziotto Connor e il leader della resistenza Markus) e altrettanti archi narrativi promettono di rendere la storia molto intrigante e articolata, dal momento che le vicende dei tre protagonisti si intrecceranno più volte durante l'avventura, con dinamiche e rapporti interpersonali differenti in base alle decisioni prese durante la campagna
OGNI DECISIONE HA UNA CONSEGUENZA Ma come funziona, esattamente, il sistema di scelte? In Detroit: Become Human, il giocatore si troverà a muovere uno dei tre personaggi in scenari parzialmente esplorabili, con un set di azioni variabili che potrà eseguire in base al contesto della scena che si sta vivendo. Ogni azione avrà una conseguenza e potrebbe permettervi di scovare oggetti che torneranno più o meno utili in un momento successivo, o di cambiare il corso della storia.
Alcune azioni saranno opzionali, altre invece disponibili solo per un breve lasso di tempo. Alcune avranno un impatto più leggero sulla scena, mentre altre ripercussioni a lungo termine per l'intero canovaccio. Ad esempio, in una delle demo che abbiamo potuto provare nelle scorse settimane, l'androide Kara lavorava come domestica al servizio di un uomo minaccioso di nome Todd, reo di punire con violenza la figlioletta Alice. Giocando questa scena, potrete scegliere di intervenire per evitare che Todd colpisca Alice, tentando la fuga con la bimba fuggendo dalla casa e raggiungendo la fermata di un autobus nei paraggi. Potrete anche scegliere di esplorare la casa di Todd e imbattervi in una pistola nascosta in un cassetto della sua stanza da letto, pistola che però porterà le due a essere scoperte dall'uomo e darà il via a una lotta tra Kara e Todd, che non si concluderà bene per il violento genitore.
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I risvolti, come detto, sono molteplici: ogni scena prevede infatti tutta una serie di azioni e reazioni che al termine dell'atto è possibile visualizzare, con una complessità davvero fuori dal comune. Ci sono decine e decine di percorsi che possono portare al raggiungimento dello stesso obiettivo, ognuno caratterizzato da sentieri alternativi che possono spingervi, ad esempio, a tentare di convincere la piccola Alice a scappare con voi, esplorare la casa in cerca di un posto dove nascondersi e via dicendo.
INTRECCI E RIVOLUZIONI La cosa importante da tenere a mente è che nessuna azione risulterà giusta o sbagliata: in Detroit non esiste il proverbiale Game Over, potrete scegliere di compiere l'azione che più vi aggrada e arrivare comunque al finale.
Potrete ignorare gli abusi di Todd sulla figlia e comportarvi da perfetti robot insenzienti, una mossa che porterà a una determinata evoluzione della trama nei capitoli successivi, oppure tentare di salvare la piccola ribellandovi al sistema interno che gestisce gli androidi. Così facendo, oltre a portare in salvo Alice, diventerete a tutti gli effetti dei robot disobbedienti e come tali oggetto di interesse per la rivolta di Markus, ma allo stesso tempo motivo di persecuzione per Connor, che si occupa proprio di dare la caccia a tutti gli androidi senzienti.
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La complessità di una sceneggiatura del genere trova un valido alleato nell'immensa opera di motion capture, ovvero il processo in cui attori in carne e ossa prestano il proprio talento per convertire espressioni facciali e movenze in animazioni per i videogiochi. L'idea di un film interattivo così complesso non potrebbe reggersi in piedi senza il carisma dei protagonisti, e in questo senso possiamo confermare che le premesse di Detroit: Become Human sono davvero ottime: la recitazione è di primissima qualità e quel poco che abbiamo potuto provare della trama ci ha lasciato addosso ottime sensazioni.
Resta da valutare la bontà della sceneggiatura nella sua interezza e siamo decisamente curiosi di capire dove andrà a parare Cage con questo nuovo, ambizioso esperimento. L'appuntamento con Detroit: Become Human è fissato alla prossima primavera in esclusiva su PlayStation 4.