Metroid è il segreto che Nintendo non è mai riuscita a mantenere. Da trent’anni, da quando la serie prese vita sulla prima console a 8 bit della storia (il NES), le avventure della cacciatrice di taglie spaziali Samus Aran accompagnano una fetta tutto sommato ridotta di pubblico, ma sempre appassionatissima. In mezzo ai colossi di Nintendo che smuovono milioni di interessati a ogni nuovo salto (Mario), corsa (Mario Kart), cavalcata (The Legend of Zelda) o cravatta storta (Donkey Kong), Metroid è un po’ il fanalino di coda. Ma solo se si parla di freddi numeri o si studiano i grafici di fine anno. Spesso incravattati peggio di Donkey Kong. Così l’atmosfera unica della serie viene vista come una sorta di rito di iniziazione per chi vuole dirsi un esperto di videogiochi made in Kyoto, dove ha sede Nintendo.
Metroid è il gioco che ha insegnato al mondo come unire l’azione e l’esplorazione, come riprendere i dettami di Zelda e della sua progressione e applicarli forse meglio del maestro, prima del maestro, a un gioco che è rimasto a lungo nelle memorie del pubblico americano, più che di quello europeo o giapponese. Il riferimento è sempre alla prima uscita del 1986. A cui seguì un episodio pensato unicamente per Game Boy, capace di rielaborare in parte il concetto di avventura dalla mappa in costante evoluzione, per adeguarsi alle esigenze di una console da passeggio. Ecco, Metroid Samus Returns, oggi disponibile per 3DS, è proprio il remake di quel gioco.
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Un remake a dire il vero piuttosto estremo, dato che si ritrova l’idea principale e alcune delle trovate che resero il gioco piuttosto eccentrico, a suo modo, ma per il resto l’intera mappa viene praticamente rivista del tutto. Ma differenze a analogie con il passato sono interessanti solo fino a un certo punto. Quello che conta è che Metroid: Samus Returns è un bel gioco e un bel modo per salutare un Nintendo 3DS che, a oltre sei anni dal suo arrivo, si appresta a una meritata pensione. Non prima, però, di aver speso un bel po’ di ore alle prese con una missione: eliminare tutti i malefici metroid che infestano superficie e soprattutto viscere di un pianeta alieno.
Samus, l’eroina, può espandere la sua dotazione e perfezionare le sue caratteristiche avanzando nel gioco. L’azione si svolge attraverso il movimento laterale o verticale, ma c’è comunque tanto da studiare e da analizzare, anche senza un vero mondo da percorrere in 3D. Perché quando non si sta sparando col braccio cannone della cacciatrice di taglie, quando non si stanno lanciando missili di ghiaccio, quando non si sta volteggiando in aria grazie alla potenza dei suoi stivali… allora si sta sicuramente cercando di capire come arrivare a quel bonus. Come aprirsi la strada verso la prossima parte del livello. Come raggiungere il segnale sulla mappa che indica la presenza di un nuovo metroid, una sorta di medusa spaziale succhia-energie.
Metroid era e rimane un gioco che richiede abilità e coordinazione occhio-mano durante le tante sparatorie, ma anche ingegno e spirito d’osservazione per capire dove dirigersi e come risolvere l’ennesima situazione. Testa e gambe. Raggi al plasma e materia grigia. Al servizio di quello che non è la più grande ed epica delle avventure di Miss Aran, anche complice un sistema di controllo che a tratti rischia di far venire un crampo e un’inizio un po’ soporifero, ma riesce comunque ad allestire uno spettacolo bello, galvanizzante e di gran classe.
Come lo abbiamo giocato
Abbiamo vissuto l'avventura di Metroid: Samus Returns grazie a un codice download ricevuto da Nintendo. Abbiamo affrontato il gioco attraverso un New Nintendo 3DS, completando la missione richiesta... ma senza esplorare al 100% il pianeta (ehi, è complicato!).
Può piacere a chi…
… ama sparare agli alieni
… sa scovare passaggi segreti
… vuole ancora divertirsi col suo 3DS
Potrebbe deludere chi…
… vuole un gioco tutto 3D
… cerca un Metroid molto più classico
… ha le dita lunghe!
Metroid: Samus Returns è un gioco consigliato ai maggiori di 7 anni.