Che i videogiochi siano ormai un mercato maturo è comprovato dalle ondate di nostalgia che lo percorrono e scuotono a ritmo regolare. Quando ci si inizia a guardare indietro e non solo a sognare un futuro migliore, vuol dire che tutto sommato qualcosa verso cui volgere lo sguardo c’è.
Un anno fa Nintendo aveva semplicemente risposto a una domanda presente da tempo e con la riedizione della sua prima console, il Nintendo Entertainment System (meglio conosciuto come NES), era riuscita a entrare nelle case di milioni e milioni di giocatori. Di nuovo, a trent’anni dalla prima volta, quando la console a 8 bit dei debutti di Mario, Zelda, Metroid e Donkey Kong era la novità da avere a tutti i costi. Volente o nolente, le scene di semi-isteria collettiva si erano riproposte: le unità distribuite nel mondo erano troppe poche, e la voglia di collegare un semplice cavo mini USB per l’alimentazione, un HDMI al televisore e godersi una ventina di giochi tra quelli che hanno segnato la propria infanzia… evidentemente era stata troppo forte.
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Se il giocattolo non è rotto non ha senso aggiustarlo, come recita l’adagio. Nintendo per questa stagione natalizia 2017 non si fa pregare e dà un seguito al fortunato esperimento, questa volta concentrandosi sul Super Nintendo, la console che venne dopo il NES. Parliamo dei primissimi anni ’90, dell’esplosione delle console e, tra queste, del Super Nintendo, una delle più amate di sempre. Oggi torna, più piccola che mai: 13x10x4 centimetri. Un mini scrigno che ospita in memoria oltre venti giochi e nella confezione due riproduzioni dei controller originali.
La connessione è velocissima: due cavi, con l’alimentazione che per comodità può anche essere collegata a una presa USB del televisore. Il software interno consente un’emulazione dei giochi originali perfetta, un’immagine pulitissima e senza alcuna sbavatura, nonché la possibilità di salvare la partita in qualsiasi momento. Così si può saltellare da Super Mario World a The Legend of Zelda: A Link to the Past, oppure da Street Fighter II a StarFox o Donkey Kong Country. Senza dimenticarsi di Castlevania IV, Super Ghouls’n Ghosts, Contra III e un’altra manciata di capolavori, senza se e senza ma. Per la prima volta, inoltre, è possibile giocare a StarFox 2, i cui lavori all’epoca vennero sospesi con il progetto praticamente ultimato. Non è esattamente il migliore tra i titoli presenti in memoria, ma rappresenta una curiosità stuzzicante, in particolar modo per i super appassionati.
Il Super Nintendo Mini non è solo. Nel 2018 arriverà anche una riedizione miniaturizzata del Commodore 64, mentre è già disponibile un Megadrive concepito seguendo la stessa filosofia. Se però lo storico rivale del Super Nintendo punta tutto sul gran numero di giochi al suo interno, oltre 80, è solo perché la grande maggioranza di questi sono titoli sconosciuti, mai pubblicati in origine sulla console Sega ma ripescati oggi dai meandri dei giochi gratuiti del web. Il tutto si accompagna a una qualità dell’immagine perlomeno discutibile, ultimo chiodo sulla bara di un progetto che pare nato solo per sfruttare il successo delle operazioni di Nintendo. Peccato, perché la libreria del Megadrive meriterebbe ben altra considerazione e cura. Da segnalare anche l’Atari Flashback 8 Gold: 120 giochi dell’epoca del VCS/2600. Tutto ben fatto, ma trovarlo in Italia non è particolarmente agevole e la materia prima è per forza di cose molto, molto rozza (sono gli anni di Pong).
Per gli appassionati, per chi vuole scoprire i giochi con cui impazziva il proprio papà, per chi sa riconoscere una gemma a prescindere da effetti di luce, modelli 3D e abbuffate online: il Super Nintendo Mini è proposto al prezzo di 79,99 Euro.