Per gli studi di settore i commercianti sono i contribuenti meno congrui con il fisco: al primo controllo solo il 57% è in regola con i redditi dichiarati. Ma poi si adeguano e i regolari salgono al 68,6%. Nel calcolo degli "irriducibili" ci sono anche servizi e piccole manifatture che rimangono irregolari al 31,9% e al 31,7%. Sono i dati dell'Agenzia delle Entrate che invece fotografa positivamente i professionisti: il 78,91% è subito in regola.
Nel popolo dei contribuenti sottoposto agli studi di settore c'è un 28% di "irriducibili" (in totale quasi un milione) che non rientra nei criteri di regolarità previsti dal fisco e nemmeno si adegua. Le tabelle, pubblicate dall'Agenzia delle Entrate, mostrano che nel 2016 dei 3,2 milioni di contribuenti sottoposti agli studi il 64% è subito risultato congruo e la percentuale è salita al 71 con gli adeguamenti in dichiarazione.
Barbieri e lavanderie i meno congrui - Barbieri e parrucchieri, insieme alle lavanderie dichiarano al fisco ricavi troppo bassi che, per oltre la metà dei casi, risulta fuori linea, ovvero "non congruo", con i parametri degli studi di settore: rispettivamente per il 55 e il 52% dei casi. Seguono i fiorai (47%). Molti dei non regolari si adeguano con la dichiarazione dei redditi alle soglie minime indicate dal fisco. Le discoteche, invece, sono regolari al 58%, ma nel 95% dei casi mostrano incoerenze.
Amministratori di condominio i più in regola - Spetta agli amministratori di condominio la palma per il settore che mostra maggiore "regolarità" rispetto ai calcoli degli studi di settore. Dalle statistiche relative al 2016, gli amministratori sono in testa con un 75% di congruità immediata, che sale al 79% dopo l'adeguamento in dichiarazione al reddito minimo previsto. Tra i settori più regolari anche i laboratori professionali di analisi: risultano in regola al 68% e poi salgono al 74% dopo la "correzione" in dichiarazione dei redditi. Si tratta di due settori dove, per il contrasto di interesse con i clienti, risulta più difficile sfuggire al fisco.
Ricavi medi salgono a 227 mila euro - I ricavi e i compensi dichiarati dai contribuenti sottoposti agli studi di settore aumentano progressivamente e nel 2016 si sono attestati a 227.683 euro medi contro i 214.330 del 2015 e i 203.286 del 2014. Ma il numero delle posizioni dei contribuenti è diminuito di circa 300mila unità in un solo anno, scendendo dai 3,6 milioni del 2015 al 3,3 del 2016. E' quanto emerge dagli ultimi dati degli studi di settore pubblicati sul sito dell'Agenzia delle Entrate.