Pescate, il paese vietato ai richiedenti asilo in bicicletta
Il sindaco del comune del Lecchese spiega la sua decisione: "Sono nullatenenti, in caso di incidente non possono pagare eventuali danni"
Divieto di accesso ai profughi in bicicletta sul territorio comunale di Pescate, nel Lecchese. E' l'ultima trovata del sindaco del piccolo centro lombardo, Dante De Capitani. "Se un richiedente asilo provoca un incidente - ha spiegato al Corriere della Sera il primo cittadino - chi paga? Nessuno! Essendo nullatenente non deve risarcire. Non esiste l'obbligo di assicurare la bicicletta e nessuno in caso di incidente risponderà per lui".
Il sindaco "sceriffo" - Il primo cittadino, in quota Lega, noto alle cronache come il "sindaco sceriffo", non è nuovo a trovate ed ordinanze fuori dal comune, come le multe ai ciclisti senza campanello o la chiusura di parchi pubblici dopo atti di vandalismo, ma non è neppure difficile vederlo lungo la provinciale intento, con fischietto e paletta, a dirigere il traffico.
Il divieto - L'idea dell'ordinanza, che potrebbe essere firmata già nelle prossime ore, arriva dopo che una 29enne di Pescate si è rivolta al sindaco per lamentarsi in seguito a un incidente avuto con un profugo che, in sella ad una bicicletta, è finito sul cofano dell'auto della ragazza. "Non ha un'assicurazione e risulta nulla tenente, quindi nessuno mi risarcirà", ha spiegato la giovane, dando il la al sindaco per l'iniziativa.
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