Dopo il via libera del Senato

Sappada passa dal Veneto al Friuli Venezia Giulia | Zaia: “Domani Cortina?"

"A Roma si continua a banalizzare, si pensa che la cura, che sarebbe l'autonomia, si possa sostituire con amputazioni ad hoc", ha commentato ancora il presidente della Regione

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L'aula della Camera ha dato il via libera definitivo, dopo l'ok del Senato, alla proposta di legge sul distacco del comune di Sappada dalla regione Veneto e il conseguente passaggio al Friuli Venezia Giulia. Il progetto è stato approvato con 257 voti a favore, 20 contrari e 74 astenuti.

Zaia: “Cura è autonomia, non amputazioni ad hoc” - Una decisione che ha infiammato immediatamente le polemiche. "A Roma si continua a banalizzare, si pensa che la cura, che sarebbe l'autonomia, si possa sostituire con amputazioni ad hoc", ha commentato Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. “Non è un caso - ha aggiunto il governatore - se 2,4 milioni di veneti sono andati a votare per il referendum sull’autonomia. Oggi se ne va Sappada. Domani sarà Cortina d'Ampezzo, poi chissà. Di questo passo daremo uno sbocco al mare al Trentino". Zaia ha invitato poi a riflettere sul fatto che “il Veneto è l'unico a confinare con due regioni a statuto speciale: i comuni che ci chiedono di andarsene lo fanno solo verso Friuli e Trentino, nessuno ci chiede di passare in Lombardia o in Emilia Romagna. Bisognerebbe spiegare il perché”.

Serracchiani: “Atto di giustizia” - Non la pensa allo stesso modo Debora Serracchiani, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia: “Il voto di oggi è un atto di giustizia reso alla comunità di Sappada. Confido che da qui in avanti il clima sarà molto più sereno e saranno archiviate polemiche e contrapposizioni”. E, dopo aver ringraziato i parlamentari del Friuli che “sono stati vigili e operativi su questa tema”, ha aggiunto: “Sappada non entra nella nostra regione come una bandierina sulla carta geografica, ma accolta come il ritorno di una gente rimasta a lungo staccata dal suo ceppo. Aver conseguito questo risultato è una delle gratificazioni profonde di questa mia legislatura".

Sindaco: “Se siamo contenti di diventare più ricchi? Vediamo” - "Se siamo contenti di diventare più ricchi? Calma, vediamo”, questo il commento del sindaco di Sappada, Manuel Piller Hoffer, al voto della Camera: “Era quello che volevamo, un sì o un no dopo un iter di quasi dieci anni". Il primo cittadino ha poi spiegato che "per cambiare Regione dovremo aspettare altri passi; la firma del Capo dello Stato, la pubblicazione in gazzetta e i decreti attuativi. C’è da capire, ad esempio - ha aggiunto - se anche nel nostro caso si percorrerà la strada fatta con altri comuni delle Marche che qualche anno fa cambiarono regione, e nella fase degli adempimenti furono commissariati sei mesi". E, mentre il comitato referendario festeggia per le strade di Sappada, il sindaco afferma: “Io devo dire che ho sempre avuto un buon rapporto con il Veneto e con il presidente Zaia”.

Pareri contrastanti - "Dispiace dirlo, ma con il voto di oggi, sul provvedimento per il distacco del Comune di Sappada dal Veneto al Friuli Venezia Giulia, il Parlamento italiano si è reso protagonista di una brutta pagina della storia democratica del nostro Paese", hanno commentato così la decisione - in una dichiarazione congiunta - Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, e Francesco Paolo Sisto, deputato di Forza Italia e capogruppo azzurro in Commissione Affari costituzionali a Montecitorio. Non è d’accordo il deputato Pd Giorgio Zanin: "Il voto alla Camera che segna il definitivo passaggio del Comune di Sappada in Friuli Venezia Giulia conclude giustamente un iter annoso, nel rispetto dell'articolo 132 della Costituzione. Chi ha manifestato forte perplessità per il diverso trattamento riservato ai cittadini residenti in altri comuni che hanno maturato gli stessi diritti dei sappadini, si metta ora al lavoro per assicurarli". E ha concluso: "Le considerazioni di opportunità politica e gli effetti indesiderati si combattono cambiando le leggi, non evitando di rispettare quelle esistenti per calcoli più o meno astrusi".