SEGNALATA DA UN COLLEGA

Whistleblowing, prima licenziata in Campidoglio

L'impiegata era stata segnalata anonimamente nel marzo scorso da un collega che l'accusava di assentarsi dal lavoro dopo aver timbrato il cartellino

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Primo licenziamento di un dipendente del Comune di Roma in applicazione del Whistleblowing, la norma che permette di segnalare il comportamento illecito di un collega. A farne le spese una dipendente del Campidoglio di circa 50 anni che lavorava nell'Ufficio anti corruzione. L'impiegata era stata segnalata anonimamente nel marzo scorso da un collega che l'accusava di assentarsi dal lavoro dopo aver timbrato il cartellino.

Le indagini - Al termine dei tre mesi di pedinamento, durante i quali sono stati effettuati anche rilievi fotografici, è emerso che la donna in 11 occasioni si è allontanata dal posto di lavoro senza un apparente motivo. Dalla fine di marzo a maggio, hanno verificato gli uomini della polizia municipale, la donna si è assentata anche per brevi momenti, in genere la mattina presto dopo aver timbrato. La dipendente capitolina "veniva notata - si legge nel provvedimento di licenziamento - stazionare sulla terrazza posta sopra l'accesso principale del dipartimento in via Petroselli impegnata a fumare o in conversazioni telefoniche".

I vigili urbani hanno quindi trasmesso il rapporto all'ufficio trasparenza e Anticorruzione del Comune affermando anche che la donna, in uno dei casi di allontanamento dal lavoro a bordo del suo motorino, si era recata in un bar in zona Eur. La dipendente non era autorizzata a svolgere servizi esterni. I risultati dell'inchiesta sono stati trasmessi all'autorità giudiziaria che ha avviato un'indagine per truffa aggravata e continuata.

Avvocato dipendente: "Licenziamento prematuro, mia assistita è capro espiatorio" - "Il danno erariale - spiega l'avvocato della donna - è di soli 200 euro". Al termine di una attività istruttoria serrata, svolta dal pm Claudia Terracina, la procura ha chiesto ed ottenuto il giudizio immediato per la dipendete comunale il cui processo è stato fissato per il prossimo 20 dicembre davanti alla settima sezione.

L'avvocato della dipendente denuncia che "questo licenziamento, effettivo da oggi, è illegittimo e prematuro perché anticipa un giudizio che dovrebbe venire prima dall'autorità penale. E poi questa denuncia è altamente discriminante perché nasce da una 'soffiata' di un collega che fa sì che questa donna sia un capro espiatorio. Di fatto anche altri mettevano in pratica lo stesso comportamento della mia assistita, eppure lavorano ancora".