LA PROPOSTA

Compiti a casa? Meglio lavorare insieme a scuola

La ministra dell'istruzione, Valeria Fedeli, riapre il dibattito sui compiti a casa e sulla loro ipotetica abolizione: "Meglio approfondimenti collettivi"

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Compiti per casa, addio? La ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli, apre a questa possibilità. A margine della premiazione delle Olimpiadi di Debate a Roma, la responsabile del Miur, interpellata dall'agenzia di stampa Dire, ha infatti affrontato in maniera esplicita il tema: "Ci sono tesi a favore e tesi contro – dice Fedeli – e questo è ovviamente espressione del dibattito che ci sarebbe in tutta Italia qualora questo diventasse un tema della politica. Credo che ci debba essere un atteggiamento sicuramente migliorativo rispetto a quello tradizionale ‘Ti faccio la lezione frontale, poi tu approfondisci a casa da solo’. Credo che questo non sia più il tempo né della sola lezione frontale né dei singoli compiti a casa”. A riportarlo è il sito Skuola.net.

Le parole della Ministra Fedeli
La ministra ha anche aggiunto che “i ragazzi hanno bisogno non di schemi rigidi. Ci sono condizioni differenti, opportunità differenti: a volte serve concentrarsi singolarmente su un compito necessario, anche con un approfondimento; di contro sarebbe anche importante che ci fosse la possibilità di fare dentro il percorso scolastico, magari il pomeriggio, magari in termini più socializzanti, anche approfondimenti collettivi soprattutto nelle scuole che assumono innovazione didattica e approfondimenti curriculari molto più flessibili e moderni, molto più legati anche alla trasversalità dei saperi”.

Il caso francese
In Francia i compiti a casa sono ormai un ricordo del passato. Da settembre, infatti, sono stati riorganizzati orari ed attività scolastiche: ogni mese i bambini staranno a scuola fino ad un massimo di 15 ore in più per svolgere compiti ed attività extra finalizzate all'approfondimento e al consolidamento di quanto appreso in classe durante l'orario curricolare.

Cosa accade in Italia
In Italia, invece, sono oltre vent'anni che il movimento 'Basta Compiti', nato su iniziativa di Maurizio Parodi, chiede a gran voce l'abolizione dei compiti a casa, anche con una petizione - che è stata firmata da circa 24mila persone - e con un gruppo social molto attivo, ad oggi, che conta circa diecimila iscritti. Qualcosa però, nel frattempo, si è mosso. Sull'onda del modello finlandese, altra realtà europea in cui i compiti sono ormai aboliti, da Biella - città capofila del progetto - è partita una sperimentazione che si è estesa in tutta Italia: il progetto 'Niente Compiti', che quest'anno vede la partecipazione anche di 90 classi della provincia di Milano, di 40 della provincia di Trapani e di altri istituti delle province di Torino e Verbania. I ragazzi vanno a scuola al solito orario, svolgono la loro lezione seguendo per una o due settimane lo stesso argomento portato avanti dai docenti in maniera interdisciplinare. Questo consente agli alunni di acquisire i contenuti in quelle due settimane e di non essere appesantiti da compiti a casa.