Il generale americano John Hyten, capo del comando strategico Usa e "custode" dell'arsenale nucleare, è pronto a disobbedire al presidente Donald Trump se questi ordinasse un attacco nucleare "illegale". "Come capo dello Stratcom - ha spiegato - io consiglio il presidente". E se un ordine fosse illegale, "troveremmo delle opzioni, con un mix di capacita' di risposta a qualsiasi situazione. Questo è il modo in cui funzionano le cose".
"Se è illegale - ha spiegato Hyten alla platea di un forum sulla sicurezza a Nova Scotia, in Canada - indovinate cosa accadrà? Dirò: 'Signor presidente, questo è illegale'. E poi? Lui dirà: 'Cosa sarebbe legale?'. E troveremo delle opzioni, con un mix di capacità di risposta a qualsiasi situazione. Questo è il modo in cui funzionano le cose. Non è complicato".
Solo pochi giorni fa, per la prima volta in oltre 40 anni, il Congresso Usa ha esaminato il potere del presidente di lanciare un attacco nucleare: basta aprire la valigetta con i codici segreti che segue sempre il presidente degli Stati Uniti, ovunque egli vada. Il tema è tornato di strettissima attualità con la crisi della Corea del Nord, dopo che Trump ha risposto più volte alle minacce del regime di Kim Jong-un evocando anche il ricorso al potentissimo arsenale nucleare americano.
Il timore di molti è che il presidente possa decidere anche un attacco "non provocato". A lanciare l'allarme sono stati soprattutto i democratici, secondo i quali il presidente - che nel sistema Usa è l'unico ad avere l'autorità per ordinare un'offensiva con le armi atomiche, senza alcuna possibilità di revocare l'ordine - sta dimostrando di avere "un carattere troppo instabile e impulsivo" per non destare preoccupazione quando si tratta di entrare nella stanza dei bottoni.
Il timore è che possa davvero "ordinare irresponsabilmente" un bombardamento preventivo con armi atomiche sulla Corea del Nord. Del resto in agosto il presidente americano aveva minacciato sulla Corea del nord "fuoco e furia come il mondo non ha mai visto" se Pyongyang avesse continuato a sviluppare il suo programma nucleare militare. All'assemblea generale dell'Onu in settembre, poi, il tycoon aveva parlato - scatenando una bufera - di "completa distruzione" della Corea del nord se fossero continuate le provocazioni del regime di Pyongyang. Il mese scorso fu lo stesso presidente repubblicano della commissione esteri del Senato, Bob Corker, ad accusare Trump di portare gli Usa "sulla strada della terza guerra mondiale", un rischio alimentato dalla retorica incendiaria del tycoon.