L'omissione è "il grande peccato nei confronti dei poveri. Qui assume un nome preciso: indifferenza". Lo ha detto il Papa nell'omelia della messa in occasione della prima Giornata mondiale dei poveri, ritenuti dal Pontefice "passaporto per il paradiso". "Nessuno può ritenersi inutile, nessuno può dirsi così povero - ha ricordato - da non poter donare qualcosa agli altri".
"I poveri hanno un posto speciale nel cuore di Dio", ha proseguito Bergoglio. "Questi fratelli più piccoli, da lui prediletti, sono l'affamato e l'ammalato, il forestiero e il carcerato, il povero e l'abbandonato, il sofferente senza aiuto e il bisognoso scartato. Sui loro volti possiamo immaginare impresso il volto del Signore. Nel povero Gesù bussa al nostro cuore e, assetato, ci domanda amore. Quando vinciamo l'indifferenza e nel nome di Gesù ci spendiamo per i suoi fratelli più piccoli, siamo suoi amici buoni e fedeli".
"Dio non è un controllore in cerca di biglietti non timbrati" - "Non fare nulla di male non basta", ha sottolineato ancora il Pontefice. "Dio non è un controllore in cerca di biglietti non timbrati, ma un padre alla ricerca di figli, cui affidare i suoi beni e i suoi progetti. Ed è triste quando il Padre dell`amore non riceve una risposta generosa di amore dai figli, che si limitano a rispettare le regole, ad adempiere i comandamenti, come salariati".
Nell'omelia, dopo la proclamazione del Vangelo, Papa Francesco ha spiegato che Dio "ci responsabilizza. L'omissione è un grande peccato nei confronti dei poveri e assume un nome preciso: indifferenza. E' dire: non mi riguarda, non è affar mio, è colpa della società. È girarsi dall'altra parte quando il fratello è nel bisogno, è sdegnarsi di fronte al male senza far nulla".