Morte Riina, la figlia: "Non ho vissuto quella mafia a casa mia"
In esclusiva a "Quarto Grado" l'intervista a Maria Concetta
"Da che ho memoria, ho sempre saputo che mio padre era ricercato e che dovevamo continuare a scappare, però per me era una cosa assurda, al di fuori di quello che vivevo." Inizia così l'esclusiva intervista in onda a "
Quarto Grado" alla figlia di
Totò Riina, Maria Concetta. La donna racconta di non essere mai andata a scuola, ma di aver avuto la
madre come insegnante e spiega di aver vissuto le
accuse contro suo padre come se si trattasse di un
estraneo: "Non so quanti ergastoli abbia. Penso che si sia trovato in questa situazione e non abbia potuto più uscirne."
"Incolpare mio padre ha fatto comodo a molti: tutti sapevano che in qualunque caso non avrebbe mai fatto nomi e questo ha fatto da parafulmine - continua
Maria Concetta - Spesso gli hanno chiesto tante volte di pentirsi ma si è sempre rifiutato." Di fronte ai microfoni del programma di
Retequattro conclude: "L'accusa che mi ha offeso di più? Quando dissero che era talmente sanguinario che non si preoccupava nemmeno di ammazzare i bambini»
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