La dichiarazione dei redditi andrà in pensione tra 5 anni. Ad annunciare la rivoluzione fiscale è il direttore dell'Agenzia delle Entrate Ernesto Ruffini, in un'intervista a La Repubblica. "Oggi c'è la dichiarazione precompilata, - anticipa - ma mi piace pensare che sia soltanto un passaggio intermedio fra come eravamo e come saremo". Il futuro, dunque? "Nel momento in cui il fisco possiede tutti i dati, ti presenta l'elaborazione degli stessi e tu da controllato diventi controllore del fisco", è la rivoluzione anticipata.
Ecco come cambierà il fisco "Lunedì - annuncia Ruffini a La Repubblica - ho convocato da Sogei tutti gli intermediari, commercialisti, consulenti del lavoro e gli altri professionisti perché bisogna partire col piede giusto nel tempo giusto per arrivare agli appuntamenti con proposte il più possibile condivise".
"Accumulando sempre più dati ed evitando naturalmente di chiedere quelli che già abbiamo, deve venir meno il concetto stesso di dichiarazione dei redditi - continua Ruffini. - Nel momento in cui il fisco possiede tutti i dati, ti presenta l'elaborazione di quegli stessi dati e tu da controllato diventi controllore del fisco. Ti fornisco un servizio e hai il diritto di vedere se ho lavorato bene".
Il direttore delle Entrate punta ad abolire la dichiarazione dei redditi in "cinque anni. Trattandosi di un'operazione complessa ritengo che l'orizzonte possibile per l'entrata a regime sia questo".
Si cambia visione? "Il fisco deve ascoltare, confrontarsi. E cambiare", sostiene Ruffini. "Il termine 'Fisco amico' non mi piace, - confessa, - gli amici si scelgono. Il Fisco può essere al massimo un parente". "Dobbiamo cambiare visione: l'interlocutore di Agenzia non dovrà essere un codice fiscale, ma il cittadino. Con la C maiuscola".
"Basta condoni e tasse inutili" La nuova parola d'ordine sarà "basta condoni", ma bisognerà aiutare i contribuenti a mettersi in regola. Ruffini sottolinea anche che la rottamazione delle cartelle "non è tecnicamente un condono". "Credo che dare ai cittadini la possibilità di mettersi in regola senza un salasso di sanzioni e interessi non sia sbagliato". Ci sono, poi, "troppe tasse inutili". Le tasse sono però "il prezzo che paghiamo per vivere in questa società. Gli amici si scelgono, il fisco può essere al massimo un parente".
La campagna contro l'evasione Il direttore dell'Agenzia delle Entrate punta inoltre il dito contro gli evasori: "Non è verosimile che appena l'1% dichiari più di 200mila euro". E promette "una campagna pubblicitaria contro l'evasione in cantiere per il 2018":
"Il fisco dev'essere compreso, nella sua utilità al servizio di tutti". I colossi del web e il fisco? Per Ruffini "ai tavoli internazionali il ministro Padoan ha posto fortemente questo problema". "C'è un'assunzione di responsabilità verso le generazioni future. Perché l'economia digitale rappresenta l'economia del futuro e se non si pone ora il problema, prima o poi non avremo più niente da tassare".