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Belluno, provette di sangue scambiate per omonimia: paziente morì | Inizia il processo a 4 medici

La terapia a cui è stato sottoposto il 76enne Alberto Giacobbi sarebbe stata calibrata su una persona che aveva un problema più lieve

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Scambiarono le provette di sangue al paziente, per un caso di omonimia, un errore che probabilmente portò alla morte il bellunese Alberto Giacobbi, 76 anni. Per questo motivo sono accusati di omicidio colposo 4 medici dell'ospedale di Pieve di Cadore nel processo che si è aperto a Belluno. Il dirigente medico dell'ex Usl 1, Raffaele Zanella ha riferito al giudice che un medico gli disse "che c'era stato uno scambio di prelievi".

Il caso avvenne il 9 maggio 2014, nel reparto di Medicina, quasi un mese dopo il ricovero per una lombosciatalgia di Alberto Giacobbi e, forse per una terapia anticoagulante troppo leggera, le sue condizioni si sono via via aggravate, con due embolie e un infarto, fino alla morte. Causata, pare, dalle cure errate. La figlia della vittima, riporta Il Gazzettino, ha sostenuto che il padre è morto "per emorragia cerebrale indotta dalle terapie anticoagulanti effettuate con un erroneo dosaggio. Per un'omonimia la terapia era stata calibrata su una persona che aveva un problema più lieve".

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