"Non spetta alla Banca Centrale Europea adottare l'Addendum sui crediti deteriorati (Non Performing Loans) poichè i suoi contenuti hanno valore normativo". Questo, in sintesi, il parere espresso dal servizio giuridico dell'Europarlamento. Nelle 13 pagine del documento si analizzano, nel dettaglio, tutti gli aspetti della vicenda giungendo alla conclusione che la Bce corre il rischio di agire al di là del suo mandato invadendo il campo del legislatore.
A chiedere il parere del servizio giuridico dell'Europarlamento era stato, il 24 ottobre scorso, il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, per verificare la rilevanza delle disposizioni contenute nell'Addendum e la competenza della Bce ad adottare questo tipo di provvedimenti.
Nelle 13 pagine del documento inviato a Tajani e girato poi al presidente della commissione affari economici del Pe, Roberto Gualtieri, si analizzano nel dettaglio tutti gli aspetti della vicenda giungendo alla conclusione che la Bce corre il rischio di agire al di là del suo mandato invadendo il campo del legislatore.
Gli esperti legali dell'Eurocamera osservano, tra l'altro, che la formulazione delle disposizioni contenute nell'Addendum fa sì che esse siano destinate a essere percepite dalle banche come "obbligatorie". Una conclusione che, secondo gli stessi esperti, non può essere invalidata dall'indicazione giunta dalla vigilanza Bce, secondo la quale invece le regole indicate nell'Addendum non sarebbero vincolanti.
Il testo messo a punto dalla vigilanza Bce ha come obiettivo quello di rafforzare ulteriormente la copertura dei crediti deteriorati procedendo a nuovi accantonamenti da parte delle banche. Una prospettiva contestata dagli istituti di credito, secondo i quali una mossa del genere avrebbe conseguenze negative sul flusso del credito alla clientela e quindi anche sullo sviluppo economico