Inaugurazione l'11 novembre

Il Louvre sbarca ad Abu Dhabi: Manet, Leonardo e Van Gogh "in prestito"

Aprirà l'11 novembre la succursale di Parigi, costata quasi un miliardo di euro e costruita sull’isola artificiale di Saadiyat

© -afp

Un museo succursale del Louvre nella capitale degli Emirati Arabi. Succede ad Abu Dhabi dove, dall'11 novembe, sarà possibile ammirare centinaia di opere provenienti dai principali musei del Mondo nella nuova struttura progettata dall'architetto francese Jean Nouvel sull’isola di Saadiyat. I lavori, iniziati nel 2007, sono finora costati un miliardo di euro, di cui circa 400 milioni per l’utilizzo del marchio. Leonardo, Matisse e Van Gogh alcuni degli artisti europei in mostra tra le dune del deserto.

Il progetto – Definito come una Venezia tra la sabbia, il progetto è nato nel 2005 dopo il viaggio a Parigi del presidente degli Emirati Sheikh Zayed che, rimasto incantato dal museo, decise di costruirne uno simile nella sua terra. Un nuovo polo culturale globale. Oltre al Louvre, infatti, il progetto finale prevede la costruzione di una succursale del Guggenheim di New York, progettata da Frank Gehry, e del nuovo Museo Nazionele Zayed su un disegno di Norman Foster che incoroneranno Abu Dhabi centro del sapere e dell’arte nel mondo.

 La struttura – Costato circa 1 miliardo di euro, Louvre Abu Dhabi è costruito nell’isola artificiale di Saadiyat. Con circa 55 edifici, 23 gallerie permanenti, una superficie di 8.600 mq e una cupola d’argento, lunga 180 m in stile arabeggiante, sarà tra i musei più grossi al mondo. Per l’inaugurazione saranno esposte 600 opere di cui 300 provenienti dalla Francia

La trattativa – In collaborazione con il Ministero francese, l’accordo prevede il noleggio del nome Louvre per la durata di 30 anni, al costo di 400 milioni di euro, e il prestito di opere provenienti da tutti i principali musei nazionale. Sono sorte molte polemiche sulla costruzione di una succursale del Louvre soprattutto in terra francese dove alcuni critici dell'arte hanno definito il progetto come un “parco a pagamento” servito per rimpolpare le casse del ministero della Cultura.