"Cercava rifugio dalla calca sotto i portici di Piazza San Carlo nel tentativo di non essere travolta perché, dato il transennamento, non poteva scappare". Così la Procura di Torino ha ricostruito la morte di Erika Pioletti, la 38enne che il 3 giugno accompagnò il fidanzato alla proiezione della finale di Champions. "Dovevano esserci non più di due persone per metro quadro. Invece ne furono autorizzate 4", si legge ancora negli atti dell'inchiesta.
Secondo gli inquirenti, le transenne non furono rimosse dal personale che avrebbe dovuto presidiarle. Esse "costituirono quindi una barriera contro la quale le persone venivano travolte da quelle alle loro spalle che, per mancanza di sbocchi, a loro volta cadevano al suolo, dove c'erano contenitori di vetri rotti".
Per quanto riguarda l'autorizzazione a riempire la piazza con una media di quattro persone per metro quadro, la Procura ritiene che sia stata violata una regola prudenziale sancita da un decreto del ministero dell'Interno del 2001. La capienza fu calcolata in maniera sbagliata, senza tenere conto di una serie di fattori: le transenne, per esempio, non potevano essere rimosse tempestivamente perché, per problemi di budget, gli organizzatori non avevano allestito un servizio steward.
In Piazza San Carlo fu pertanto autorizzata una capienza massima di 40mila persone, numero considerato "pericolosamente esorbitante" e superiore alla cosiddetta soglia di panico incipiente.