"La sparatoria in Texas è stata compiuta da un individuo che aveva enormi problemi mentali, semplicemente uno squilibrato". Lo ha detto il presidente Donald Trump in visita in Giappone. "Abbiamo molte problematiche di salute mentale nel nostro Paese, ma questa non è una situazione legata alle armi", ha sottolineato. Il bilancio del massacro è di 26 morti. Il killer, ucciso dopo la sparatoria, si chiamava Devin Patrick Kelley, 26 anni, ex militare.
Spiegando ai giornalisti la sua visione sulla sparatoria in Texas, Trump ha spiegato: "E' un bene che c'era qualcun altro che aveva un'arma ed è stato in grado di sparare nella direzione opposta". Parlando alla stampa, inoltre, il presidente americano ha detto di attendersi enormi ordinativi di attrezzature militari in Giappone dagli Stati Uniti: "Strumenti capaci di abbattere ogni missile come quelli lanciati dalla Corea del Nord sui cieli del Giappone".
Il killer - Una portavoce dell'aeronautica militare statunitense ha confermato l'identità del killer, Devin Patrick Kelley. Il 26enne ha prestato servizio dal 2010 presso la base di Holloman, in New Mexico. Poi è stato condannato a un anno di reclusione per una sentenza della corte marziale prima di essere congedato con disonore nel 2014. Sulla sua pagina Facebook, ora cancellata, si era ritratto con un fucile semiautomatico in mano.
Secondo le prime ricostruzioni, fatte attraverso le testimonianze dei presenti, l'uomo avrebbe esploso almeno venti colpi con un fugile d'assalto in un lasso di tempo molto ravvicinato. Il killer, che indossava una maschera, un vestito nero, un giubbotto antiproiettile, avrebbe cominciato a sparare ancor prima di fare ingresso nell'edificio per poi continuare all'interno. Una persona avrebbe inoltre risposto al fuoco.
Della messa esisterebbe un video, pubblicato su YouTube, che gli inquirenti starebbero ora prendendo in considerazione. Stando ad alcune indicazioni, ma ancora non verificate, l'aggressore avrebbe tentato di fuggire a bordo di un auto dopo aver aperto il fuoco, tentativo però subito fallito.