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Amanda Knox: "Dieci anni dopo mi restano insulti, minacce e galera"

Parla anche la sorella di Meredith: "Delusa dal sistema giuridico italiano"

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"Le mie memorie di Meredith sono sepolte sotto le orribili foto dell'autopsia, gli insulti verbali e le minacce di morte che ho ricevuto (e ancora ricevo), le false accuse, gli anni di carcere che ho sopportato, i processi multipli e i titoli spaventosi che sovrapponevano i nostri nomi e le nostre facce, ingiustamente, confondendo la sua morte con la mia identità". Così Amanda Knox ricorda su Westside Seattle la vicenda giudiziaria seguita alla morte di Meredith.

Parla anche la sorella di Meredith - Ma Amanda non è l'unica a parlare in occasione del decimo anniversario del delitto. "È difficile darsi pace non sapendo esattamente cosa successe quella sera": questo il commendo di Stephanie Kercher, sorella di Meredith. La giovane si è detta "delusa dal sistema giuridico italiano in quanto si è contraddetto più volte nelle sue decisioni e non ha cercato nuove piste investigative". Il caso dell'omicidio di Meredith Kercher "è stato abbandonato?", si è chiesta Stephanie secondo cui Rudy Guede non era solo.

"Che si creda all' innocenza o alla colpevolezza degli accusati - ha sottolineato Stephanie Kercher - ci sono ancora delle contraddizioni, per non parlare del fatto che non ci è mai stato comunicato nulla di ulteriori investigazioni su altre possibili parti coinvolte. Rudy Guede, che al momento sta scontando la sua sentenza, è stato condannato sulla base di non aver agito da solo, ma non essendoci nessun altro a processo o condannato, questo ci fa avere molte domane sia a noi come famiglia sia a chi sta seguendo il caso".

"Dieci anni fa, oggi, le nostre vite sono cambiate per sempre. Il nostro mondo è stato distrutto da ciò che si potrebbe definire come 'un'altra notizia di cronaca'", ricorda Stephanie. "Nonostante ci si rattristi sempre per il numero crescente di morti che appaiono quotidianamente nei telegiornali - ha scritto ancora Stephanie Kercher - è comunque qualcosa che non penseresti mai ti possa accadere. Il primo novembre, il giorno in cui Meredith ci è stata brutalmente portata via, è indelebile nella mia mente.

"Siamo grati al popolo italiano" - "Siamo grati e per sempre lo saremo al popolo italiano per il suo supporto e la sua bontà nel ricordare Mez", ha detto infine Stephanie Kercher in una lettera al legale della famiglia, l'avvocato Francesco Maresca a dieci anni dall'omicidio di Perugia. Meredith - ha ricordato la sorella - "vedeva l'Italia come casa sua". "Una ragazza - l'ha definita - amica di tutte le persone che incontrava, leale, premurosa e empatica. Una ragazza che inoltre difendeva i suoi ideali, e se stessa. Di una cosa posso essere in fatti certa: l'ultima volta che l'ho vista, quando ho toccato il suo corpo freddo dandole un ultimo bacio sulla guancia, ho visto sul suo volto una chiara determinazione di vivere.

Il tweet di Sollecito - Su twitter Raffaele Sollecito ha ricordato la ricorrenza scrivendo che "sono passati 10 anni, eppure niente sembra cambiato. A quest'ora ero felice e spensierato; ad una settimana dalla laurea...". In un secondo tweet Sollecito ricorda che "progettavo di studiare game development in Irlanda, invece, dopo qualche giorno mi accusarono di un omicidio che neppure sognerei mai".
 

Sono passati 10 anni, eppure niente sembra cambiato. A quest’ora ero felice e spensierato; ad una settimana dalla laurea ... — Raffaele Sollecito (@Raffasolaries) 1 novembre 2017

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