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Covid, maggioranza divisa sulle riaperture: Speranza punta al 3 maggio | Salvini: "Dove possibile subito zona gialla"

Fondamentale per tornare ad alzare le saracinesche sarà l'andamento della campagna vaccinale. Pfizer annuncia l'invio in Europa di 250 milioni di dosi

In Brasile anche le palestre trasformate in terapie intensive

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E' atteso per venerdì mattina alle 11, nella cabina di regia, convocata dal premier Mario Draghi con le forze di maggioranza, il primo round sulla road map che permetterà all'Italia di rialzare qualche saracinesca. Le posizioni tra rigoristi (Speranza e Pd) e aperturisti (centrodestra) restano distanti, con la spinta della Lega ad una ulteriore accelerata.

Per i rigoristi nessun allentamento prima del 3 maggio Per il ministro della Salute bisogna ripartire da un "allentamento graduale delle restrizioni", per "consentire a tutti una stagione nuova, ma in sicurezza". Sulla stessa lunghezza d'onda anche il mondo scientifico: prudenza e ancora prudenza è infatti l'ordine di scuderia che si basa su una rilevazione e analisi dei dati che non potrà essere fatta, filtra dall'ala più cauta della maggioranza, prima di venerdì della prossima settimana. Quindi con il prossimo monitoraggio dell'Iss che potrà certamente fornire la traiettoria per eventuali progetti di allentamento, ma non prima del 3 maggio prossimo.

E' plausibile infatti che il week-end del Primo maggio si tinga di rosso, come tutte le festività, con il centrodestra che, anche su questo tema, vorrebbe adottare misure meno rigide, da zona arancione.

Nelle ipotesi che seguono la linea del rigore e della prudenza il calendario delle riaperture dovrebbe prevedere dal 3 maggio il ritorno in classe delle scuole Superiori e a seguire, dopo una analisi dell'impatto di questo allentamento, rialzare le serrande per bar e ristoranti a pranzo, ma solo se con tavoli all'aperto. Stesso discorso per lo sport.

La data decisiva del 23 aprile La data cerchiata in rosso insomma è quella del 23 aprile, non solo per l'esame della curva epidemiologica e anche del relativo peso dell'epidemia sul sistema ospedaliero, ma anche sul fronte dei vaccini. Ema si dovrebbe esprimere la prossima settimana su Johnson & Johnson, su cui si poggia la campagna vaccinale del commissario e generale, Francesco Paolo Figliulo.

Lega: "Dove i dati lo consentano, si torni in zona gialla"Non è d'accordo Matteo Salvini che insiste: "Se domani la cabina di regia vedrà i dati in miglioramento in molte zone d'Italia per me la prossima settimana possiamo fare un Cdm e decretare il ritorno alla zona gialla e quindi alla vita". Il centrodestra vorrebbe approfittare del monitoraggio di venerdì per programmare già dal 26 aprile le riaperture. Per fare questo servirà appunto un Consiglio dei ministri e una semplice delibera per permettere alcune riaperture in determinate zone a basso rischio.

Diverso sarebbe invece il ripristino della "zona gialla", quello che vuole appunto il leader della Lega. Per far tornare l'Italia a tre colori serve, infatti, un nuovo decreto legge, che per ora diverse fonti dell'esecutivo escludono a breve. Altro punto su cui Draghi non intende retrocedere è l'ordine di priorità. Per il premier vanno riportati prima i ragazzi del liceo sui banchi di scuola e poi riaprire bar e ristoranti. E insieme le due misure non sono ancora sostenibili, trapela da chi sta lavorando al dossier. 

Pfizer: "Aumenteremo drasticamente le forniture"  Intanto l'A.d. di Pfizer ha fatto sapere che sono in arrivo 250 milioni di dosi di vaccino per l'Europa. "Noi stiamo programmando di aumentare drasticamente le nostre forniture di vaccini ai Paesi europei nelle prossime settimane. In questo trimestre consegneremo oltre quattro volte di più di quanto abbiamo fatto nel primo trimestre: 250 milioni di dosi, dopo averne date 62 fino a marzo. Certo, c'è sempre la possibilità che qualcosa vada storto, come si vede dai problemi che stanno avendo altre aziende. Ma sono ottimista", ha spiegato Albert Bourla presidente e amministratore delegato di Pfizer.

In Germania vaccinazioni record: 738mila in un giorno Chi sembra non aver problemi nella campagna vaccinale sembra la Germania che mercoledì ha vaccinato 738mila persone. Finora, nella repubblica federale, è stata somministrata una prima dose al 17% della popolazione e la seconda al 6,3%. Il ministro della Salute, Jens Spahn, ha sottolineato che, con le grosse consegne previste in questi mesi e il coinvolgimento di medici di base nella campagna vaccinale, si aspetta che per l'estate tutti i cittadini avranno avuto l'offerta di un vaccino.

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