ENFANT PRODIGE

Festa del Cinema di Roma, Xavier Dolan regista con la passione per "Titanic"

Nuovo look e intervista a cuore aperto per l'enfant prodige del cinema

© lapresse

Ha calcato il red carpet della Festa del Cinema di Roma con un capello biondo platino e un orecchino a forma di cuore il regista e attore canadese 28enne Xavier Dolan, disponibile a selfie e autografi per i suoi fan. Durante l'incontro in Auditorium l'enfant prodige, con sette film da regista e un video con Adele, ha raccontato la sua passione per "Titanic", l'importanza di copiare dagli altri e la voglia di combattere per diventare se stessi.

Xavier Dolan, nato a Montreal 28 anni fa, attore, regista, sceneggiatore, montatore, costumista, produttore cinematografico, scenografo e doppiatore canadese, ha un buon rapporto con i social (ha 560.000 follower su Instagram), tanto da non essersi spaventato e sottratto alle richieste di selfie durante il red carpet.

Premio della giuria alla 67esima edizione del Festival di Cannes per il film "Mommy" e, nel 2016, Grand Prix alla 69esima edizione del Festival di Cannes con "È solo la fine del mondo", all'incontro all'Auditorium ha spiegato il perché di tanta passione per "Titanic": "Non e' certo un film che tu citi se sei un intellettuale, ma io guardo i film con il cuore. "Titanic" mi ha detto, quando l'ho visto a otto anni: vola! Ti diranno che non ce la farai, ma tu devi andare avanti lo stesso".

Grande regista, con sette pellicole dirette in otto anni e un video di Adele che vanta due miliardi di visualizzazioni online, Xavier ha confessato che preferisce recitare: "Anche se va detto che quando dirigo alla fine continuo a recitare in un altro modo. Dirigere ti fa imparare tante cose dagli attori, vedi come si trasformano, cambiano. Ma recitare mi manca, nei prossimi anni vorrei recitare di più per me o per altri".

"Nella pellicola "Ja tue ma mer" (Ho ucciso mia madre), mio primo film - ha raccontato sempre Xavier - nasceva dall'esigenza di creare dei film, raccontare una storia. Ma anche dalla necessita di uccidere mia madre almeno al cinema. Non avevo lavoro come attore e cosi' mi sono messo a scrivere una sceneggiatura che raccontava la mia vita, non avrei avuto competizione in questo. Poi pero' ho dovuto investire tutti i miei soldi. Comunque si fanno film non per necessita', ma per risolvere i problemi, uccidendo mia madre al cinema era per me un modo di iniziare la mia vita d'artista".

Secondo l'enfant prodige canadese è importante combattere per trovare se stessi: "Ci sono molti film con persone senza speranza, né fortuna e felicità, persone che non hanno nulla e non lottano. Sono film molto comuni, io li chiamo la pornografia del popolo. Film che parlano di emarginati, di perdenti, ma io amo i combattenti, i film che danno speranza in cui devi combattere per diventar quello che sei davvero. I miei personaggi si portano dentro la voglia di combattere. Devi combattere altrimenti non vivi davvero la tua vita".