La PFM - Premiata Forneria Marconi, è tornata. A 14 anni di distanza dall'ultimo album di inediti ecco "Emotional Tattoos", un album ambizioso e dal respiro internazionale, uscito contemporaneamente in due versioni diverse, una inglese e una in italiano. "E' un lavoro ambizioso senza discriminazioni di genere - spiegano Patrick Djivas e Franz Di Cioccio -. La musica è l'unico linguaggio universale perché permette di scambiarsi tatuaggi emotivi".
Dal 2015, con l'abbandono di Franco Mussica dopo 45 anni e l'ingresso di Marco Sfogli alla chitarra, sono Djivas (bassista) e Di Cioccio (batteria e voce) a portare avanti uno dei progetti più gloriosi della storia della musica italiana. E lo fanno non con una politica di piccolo cabotaggio ma in maniera ambiziosa. "Emotional Tattoos" porta il gruppo in territori inesplorati, con una visione che travalica i nostri confini. "Abbiamo firmato un contratto internazionale con l'etichetta Inside/Out e quindi abbiamo pensato che il disco dovesse essere in inglese - spiega il bassista -. Però siccome questa cazzata l'abbiamo già fatta una volta, con 'Chocolat Kings', che in Italia non è stato recepito come meritava proprio per questo, abbiamo pensato di fare anche una versione italiana. Un bell'impegno perché significava fare due dischi al posto di uno".
Un impegno preso sul serio, persino contro un atteggiamento fin troppo semplicistico dei produttori. "Loro erano abbastanza easy sui testi, dicevano cose del tipo 'l'importante è che suoni bene' - dice Patrick -. Ma come? Per noi è importante quello che si dice, mica solo il suono. Allora ci siamo divisi le parti, Franz si è occupate delle parti in italiano con un cantautore che si chiama Greg Ferretti, mentre io mi sono occupato di quelli in inglese, insieme a una donna che si chiama Esperide. Però né io né lei siamo madre lingua e quindi abbiamo preso un coach per aiutare Franz, per una conferma sulle costruzioni dei testi, per la pronuncia, per il modo di cantare. E lui ci ha detto che si capisce che non sono stati scritti da americani, non perché siano sbagliati ma perché non è usuale per loro questo tipo di ricerca".
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Un disco decisamente fuori dal tempo, o meglio, fuori dai nostri tempi, dove i dischi vengono spesso fatti in poco tempo, con suoni campionati e massiccio uso di elettronica. Per non parlare del fatto che i ragazzi sono spesso più affascinati da youtuber e influencer vari che non dai musicisti. Chi glielo ha fatto fare alla PFM? "E' un lavoro sporco ma qualcuno lo deve fare" risponde ironicamente Franz Di Cioccio. "Noi abbiamo avuto la possibilità di fare un lavoro importante e in casi come questo devi farlo bene, con cura".
Djivas rimarca che il fatto che questo è un disco internazionale, "con un mercato molto più ampio e un ritorno, non strettamente commerciale, ben diverso da un lavoro pensato per l'Italia. Basta pensare che faremo un tour che toccherà una ventina di Paesi". A dispetto di quanto si potrebbe pensare la produzione del disco non ha portato via moltissimo tempo. "E' l'esperienza che dà quel tocco in più - sottolinea Di Cioccio -. Abbiamo realizzato l'album continuando a fare concerti, che sono la linfa vitale per una band come la nostra".
In "Emotional Tattoos", pur in contesto puramente progressive, trovano spazio molti riferimenti ad altri stili e generi, persino il rap. "Siamo contro la discriminazione di genere - afferma Franz -, il rap è bello quando fatto bene, Eminem è fantastico. Per citare un passaggio de 'La danza degli specchi', una delle canzoni, per noi la musica è potente, un solo grande continente L'unico linguaggio che ti permette di parlare con chiunque perché ti scambi dei tatuaggi emotivi".
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