Non arretra il fronte degli incendi in Piemonte, dove resta massima l'allerta per i roghi che stanno mandando a fuoco le vallate del Torinese e del Cuneese. Sono incendi dolosi, accusa Giustino Bello, sindaco di Cantalupa, un piccolo centro che è tra i più colpiti dall'emergenza. Una sessantina i Comuni che hanno avuto danni, con oltre 1.600 ettari di vegetazione devastati.
Bruciano 2mila ettari Piemonte, chiesto stato di calamità - Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, ha formalizzato la richiesta di stato di emergenza per gli incendi che da giorni devastano centinaia di ettari di vegetazione nella Città metropolitana di Torino e in provincia di Cuneo. Nella richiesta, indirizzata al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e al Capo Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli, si indica in "2mila ettari" la superficie al momento percorsa dal fuoco.
Allerta massima nel Canavese: fiamme vicino alle case - E' nel Canavese (Torino) la situazione più allarmante, con il Comune di Traversella, in Valchiusella, che ha consigliato a tutti i cittadini di restare in casa ed eventualmente usare mascehrine protettive. A Locana, in valle Orco, dove i boschi bruciano da lunedì, le fiamme hanno raggiunto le abitazioni di cinque frazioni della borgata capoluogo, andando a lambire anche la strada provinciale 460. Il Comune ha chiesto di intervenire, oltre ai vigili del fuoco, anche a volontari con autobotti agricole. Le fiamme continuano a espandersi verso il Parco nazionale del Gran Paradiso e si estendono ormai per otto chilometri.
I fumi scendono su Torino, inquinanti alle stelle - I fumi degli incendi, molto ricchi di carbonio e particolato, si stanno riversando sulla pianura e l'odore di bruciato ha invaso anche Torino, dove i livelli di Pm10 sono schizzati alle stelle. Secondo le rilevazioni dell'Arpa, l'Agenzia regionale per l'ambiente, le polveri sottili hanno raggiunto i 199 microgrammi per metro cubo nella giornata di giovedì, quattro volte i limiti previsti. La Città di Torino invita quindi tutti a "osservare le principali cautele da adottare in situazioni di alta incidenza di polveri nell'aria".
Case evacuate in una borgata Val di Susa - Anche a Mompantero, una borgata della Val di Susa, diversi abitanti hanno lasciato le loro case perché le fiamme sono arrivati a lambirle. Difficile spegnere i roghi per il vento molto forte.
Cenere e fumo, difficile spegnere le fiamme - A rendere difficili le operazioni di soccorso sono la cenere e il denso fumo, che consentono l'utilizzo di Canadair ed elicotteri solo a tratti. Le previsioni meteo non sono rassicuranti. Attesi venti forti in alta quota, con progressivo sviluppo di condizioni di foehn nelle vallate alpine, Val Susa compresa, dove è ripreso l'incendio di Caprie. Resta quindi "molto elevato" il pericolo incendi boschivi su tutto il territorio regionale.
La situazione non migliora - Il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, ha intanto spiegato che "purtroppo non si vede un miglioramento significativo delle condizioni e resta lo stato di massima allerta fino alla settimana entrante, una situazione che rende necessario mantenere la massima presenza di mezzi e persone".
Dal 10 ottobre, giorno in cui è scattata l'allerta, sono stati più di 200 gli interventi per spegnere i roghi favoriti dalla siccità e da un autunno mai così caldo come negli ultimi 60 anni. I voli della flotta aerea dello Stato, coordinata dal dipartimento di Protezione civile, sono stati 60 dal 18 ottobre, per un totale di circa 330 lanci di liquido estinguente. Da giorni sono al lavoro 120 vigili del fuoco e volontari Aib della Regione Piemonte, affiancati dal personale di tutte le forze dell'ordine. La priorità assoluta, sottolinea il presidente della Regione Sergio Chiamparino, è quella di "garantire la sicurezza delle persone, delle case e delle infrastrutture".