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"Striscia la notizia", niente scuse per la gag sui cinesi: "Facciamo satira"

In una nota ufficiale il tg satirico di Antonio Ricci smonta la polemica, anche se Gerry Scotti e Michelle Hunziker si erano dichiarati pentiti per la scenetta

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"Striscia la notizia" non si scusa per la gag fatta da Gerry Scotti e Michelle Hunziker sui cinesi. "Come ha detto qualcuno, la denuncia fa più ridere del siparietto improvvisato dai due conduttori - fanno sapere dal tg satirico di Antonio Ricci -. Striscia non chiede scusa perché è, e resterà, una trasmissione satirica e, come le trasmissione satiriche e comiche di tutto il mondo, politicamente scorretta".

"Scorretta, ma non quanto le iniziative pretestuose di chi pensa di ricattare aziende e marchi internazionali" conclude il comunicato. Nella puntata di martedì 13 aprile, lanciando un servizio sulla sede Rai a Pechino, la Hunziker e Scotti hanno mimato gli occhi a mandorla pronunciando la lettera "elle" al posto della "erre".

I CONDUTTORI SI ERANO SCUSATI - In un'intervista a "Il Corriere della Sera" i due conduttori hanno chiesto scusa, dicendosi allibiti per gli insulti e le minacce subite a seguito della puntata. "Siamo addolorati, profondamente. Eravamo in totale buona fede: sapere di aver urtato la sensibilità di qualcuno ci dispiace moltissimo". Michelle Hunziker ha reagito scusandosi sul suo profilo Instagram: "Non era assolutamente mia intenzione ferire la sensibilità della cultura cinese. Io amo tutte le culture. Sono contro ogni tipo di razzismo, ogni tipo di violenza, ogni tipo di discriminazione". "Anche se sei in buona fede, se ti rendi conto di fare male a qualcuno, ti dispiace molto e la prima cosa da fare è chiedere scusa, senza riserve. Essere accusata di razzismo mi fa malissimo", ha detto Michelle, a cui ha fatto eco Gerry Scotti: "Chiedo scusa anche io: se ho involontariamente offeso qualcuno la cosa mi fa riflettere". E ha aggiunto: "Sono piuttosto avvezzo al bene e al male della vita, ma una cosa del genere non mi era mai capitata. È lontana da me ogni forma non solo di razzismo ma di discriminazione e il mio lavoro lo testimonia. Sentirmi accusare di questo per una cosa del genere mi lascia sbigottito".


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