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Bankitalia, tensione nel Pd: Renzi sempre più solo, Gentiloni minimizza

Anche Berlusconi contro il segretario Dem: "Mozione improvvida"

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E' sempre più numerosa la schiera di chi prende le distanze dalla mozione presentata dal Pd di Matteo Renzi contro la Banca d'Italia. Ad uno ad uno, con le critiche di Carlo Calenda e Roberta Pinotti, i ministri si stringono intorno al premier Paolo Gentiloni per smarcarsi dalla decisione del segretario Dem. Una rottura che proprio Gentiloni, da Bruxelles, prova a minimizzare, parlando di "ottimi rapporti in generale" tra il governo e il Pd. Parole condivise "totalmente" da Renzi.

La tensione però resta alta. E al coro si aggiunge anche la voce di Silvio Berlusconi che definisce "improvvida", usando lo stesso aggettivo scelto dal suo storico avversario Romano Prodi, la scelta di colpire Bankitalia attraverso la mozione parlamentare.

Gentiloni: "Tutelare l'autonomia dell'istituto" - Gentiloni dovrebbe indicare il nome del nuovo governatore nel Consiglio dei ministri di venerdì. E "nemmeno sotto tortura" anticipa se si vada verso la riconferma di Ignazio Visco o un avvicendamento. Anche per rispetto di una procedura che "investe diverse istituzioni", Quirinale incluso. Ma per la prima volta, nella conferenza stampa al termine del Consiglio europeo, interviene nello scontro politico-istituzionale generato dalla mozione Pd. E lo fa per sottolineare che l'autonomia dell'istituto è un "valore in sé e per i mercati, in particolare perché abbiamo alle spalle le difficoltà del nostro sistema bancario".

Per svelenire il clima, il premier rassicura poi sui rapporti tra governo e Pd: nessun timore, aggiunge, che l'offensiva Dem sulle banche diventi un assalto alla manovra. Renzi, dal treno Pd che prosegue il suo tour in Puglia, "retwitta" il suo successore: "I rapporti sono ottimi e non aprirò un fronte sulla legge di bilancio". Ma la scelta del Pd di presentare la mozione contro Palazzo Koch, di cui il governo non era informato, lascia scorie nei rapporti interni. Tanto che un ministro della maggioranza Pd come Pinotti si spinge a dire che la mozione discussa in Parlamento su una scelta che spetta al governo "crea confusione e rende più insicuro il Paese". Ci sono "precedenti", ribatte Renzi. E aggiunge che la presidente della Camera avrebbe potuto fermare la mozione M5s che ha innescato la miccia dichiarandola "inammissibile".

Renzi: "Siamo dalla parte dei risparmiatori" - Sul piano politico, poi, il segretario difende a spada tratta la sua iniziativa: "Nessuno di noi mette in discussione l'autonomia e indipendenza della Banca. Il governo sceglierà ma noi continuiamo a dire che siamo dalla parte dei risparmiatori". Con i supporter scherza: "Se si facesse un referendum su Bankitalia qui lo vincerei". La convinzione dei renziani è che la linea adottata - e che verrà portata avanti con durezza in commissione d'inchiesta sulle banche - sia in sintonia con gli elettori, mentre "leader storici della sinistra fanno le fusa da gattini - attacca Matteo Orfini - davanti ai salotti buoni".

Perciò fa infuriare i dirigenti Dem sentir dire da Calenda che dietro la mozione su Bankitalia non può esserci stata "una strategia" ma solo "leggerezza" altrimenti sarebbe "un errore gravissimo". "Nessun incidente: è democrazia", replica Orfini. Il renziano Luca Lotti rinvia alle discussioni "che si faranno in sede di Consiglio dei ministri". Ma di fronte al putiferio, Sinistra italiana chiede a Laura Boldrini che il governo venga chiamato a riferire in Aula. E Berlusconi, pur criticando la vigilanza bancaria, prende le distanze dalla linea di Renzi. "La commissione d'inchiesta valuterà se ci sono state inadempienze di Bankitalia. Ma la sinistra vuole occupare posti - attacca - e invece non si dovrebbe mai trascinare Bankitalia in scontri tra partiti perché se ne intacca l'autorevolezza".

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