INTERVISTA AL "NEW YORK TIMES"

Caso Weinstein, mea culpa di Tarantino: "Sapevo abbastanza da poter fare di più"

Il regista, i cui film sono stati prodotti dal produttore sotto accusa per molestie sessuali, ammette di aver sempre saputo

© -afp

"Sapevo abbastanza per fare di più di quello che ho fatto". A parlare è il regista Quentin Tarantino in un'intervista al "New York Times" intervenendo sul caso di Harvey Weinstein. Tarantino ammette che le informazioni a sua disposizione "erano più di un normale gossip. Non erano di seconda mano. Se avessi fatto quello che avrei dovuto fare - dice -, non avrei lavorato con lui".

Tarantino spiega che anche la sua ex fidanzata Mira Sorvino gli aveva raccontato di avance e palpeggiamenti da parte di Weinstein. Una storia simile Tarantino l'aveva sentita da un'altra attrice anni dopo. Un racconto dopo l'altro nel corso degli anni che però non gli ha impedito di continuare a lavorare con Weinstein, producendo con lui un film dopo l'altro. Tarantino pero' ora si pente: "Ho minimizzato gli incidenti. Mi rendo conto che qualsiasi cosa dico ora sembra una scusa" aggiunge, ammettendo di non essere in grado di spiegare il perché delle azioni di Weinstein.

"Non ho una risposta sul perché lo ha fatto". Tarantino racconta quindi come ritenesse il caso di Sorvino isolato. "Ho pensato si fosse infatuato di lei" dice ammettendo di aver pensato che l'incidente fosse chiuso una volta chiarito che Sorvino era la sua ragazza e Weinstein ne era a conoscenza. Da qui l'invito di Tarantino a chi sapeva da tempo di Weinstein di uscire allo scoperto. "Non bisogna avere paura. Quello che prima era accettabile è ora indifendibile a chiunque e' dotato di una coscienza".