La Lombardia è la regione che esporta in misura maggiore rispetto alle altre. Nel 2015, il valore delle merci in viaggio per l’estero è stato pari a 111,23 miliardi di euro: il 27,2% del dato totale di tutte le regioni, che è pari a 408,66 miliardi di euro. Questi i dati riportati dalla Regione in vista del referendum consultivo per l’autonomia fissato per il 22 ottobre. L’economia lombarda, inoltre, è in ottima salute: cresce su tutti i fronti, così come la fiducia delle imprese e delle famiglie.
L’export - La Lombardia da sola rappresenta il 68% di tutte le esportazioni dell’Italia nord-occidentale (l’area che comprende anche Piemonte, Liguria e Val d’Aosta) - uno dei territori a maggiore vocazione internazionale del Paese - che nel corso dell’ultimo anno ha visto aumentare i suoi scambi in modo particolare con il Nord America. Molto positive sono rimaste le dinamiche che riguardano i mercati dell’Unione europea e del Medio Oriente, mentre meno soddisfacenti sono stati i risultati legati all’Africa e all’America latina. È quanto emerge dal Rapporto Ice (l’Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane) "L'Italia nell'economia internazionale". Il valore assoluto delle merci lombarde esportate nel 2015 ha fatto segnare un incremento dell’1,5% rispetto al 2014, anno in cui il differenziale era stato ancora positivo e pari all’1,3%.
La classifica italiana - Guardando la classifica generale italiana, dopo la leadership lombarda, al secondo posto si trova il Veneto con 57,52 miliardi di euro (la metà del valore della Lombardia). Al terzo posto l’Emilia Romagna, con 55,32 miliardi di euro. Seguono, il Piemonte con 45,78 miliardi di euro e la Toscana con 33,06 miliardi di euro.
Prima anche sul fronte dei servizi - Anche sul fronte dei servizi è la Lombardia a rivestire un ruolo chiave nell’economia nazionale. Il valore dei servizi esportati nel 2015 è pari infatti a 20,8 miliardi di euro, il 29,1% del valore totale nazionale, che si attesta a 71,42 miliardi di euro. Al secondo posto il Lazio, con 15,66 miliardi di euro, seguito dal Veneto (6,69), dal Piemonte (5,61) e dalla Toscana (5,44). Anche in questo caso è l’Italia nord-occidentale, grazie soprattutto all’apporto lombardo e in misura minore a quello piemontese, a rappresentare la percentuale di valore più alta del Paese: ben il 40,7% del totale italiano di export dei servizi.
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L’economia lombarda - Non si sono ancora recuperate le perdite degli anni della crisi, ma il rapporto Banca d’Italia relativo al 2016 ha fotografato una situazione di ripresa su più fronti. La produzione industriale è salita dell’1,3% nel 2016, in misura analoga al 2015 e con una tendenza a un’accelerazione nei primi mesi del 2017. La ripresa della fiducia nel futuro ha rafforzato gli investimenti anche nel 2016.
L’industria 4.0 - Nel 2016 più del 50% delle imprese industriali lombarde ha investito in tecnologie digitali avanzate che realizzano forme di automazione e di interconnessione dei processi produttivi (la cosiddetta industria 4.0). Si è trattato soprattutto di imprese medio-grandi dei settori metalmeccanico, chimico e tessile. Per quasi il 10% degli operatori gli investimenti in tali tecnologie hanno rappresentato più di un quinto del totale.
Dopo l’expo non è calato il turismo - Nel 2016 è proseguita l’espansione dell’attività nel terziario e dei servizi privati non finanziari, anche se con un’intensità inferiore rispetto a quella del 2015: +0,4% di fatturato contro il +3,4%. Significativo che il fatturato degli esercizi di ricezione turistica sia rimasto stabile nonostante il confronto con il periodo dell’Expo e che la spesa dei visitatori internazionali sia aumentata del 7,4%. I flussi sono diminuiti nelle province a ridosso del sito espositivo (Milano e Monza-Brianza), compensati da un incremento nelle province di Brescia, Como e Mantova, quest’ultima Capitale della cultura 2016.
In ripresa l’accesso al credito - Si è rafforzata ulteriormente la redditività delle imprese dell’industria e dei servizi con il 75% in utile. Le maggiori risorse finanziarie sono state impiegate come liquidità e solo in minima parte per investimenti. La diminuzione delle aziende in sofferenza e le migliori condizioni creditizie hanno riavvicinato le imprese alle banche con un incremento dei finanziamenti (1,2% su base annua e +0,7% nei primi mesi del 2017).
Gli investitori privati - Oltre alle banche, gli investitori privati credono nelle potenzialità del sistema economico lombardo. Nel 2016 l’attività di private equity e venture capital in Lombardia ha registrato una forte espansione. Gli investimenti indirizzati a imprese lombarde hanno raggiunto i 5,6 miliardi di euro, quasi tre quarti del totale nazionale e in crescita del 73% rispetto al 2015 con un’incidenza sul pil regionale pari all’1,5% contro lo 0,5 in Italia.