Silvio Berlusconi ha una convinzione: "Forza Italia supererà ampiamente la soglia del 20%" e non ha nessuna intenzione di rinunciarci. Proiettato a 360 gradi verso le politiche di marzo il leader forzista punta a far diventare il suo partito la prima forza della coalizione di centrodestra così da scegliere il candidato premier: "Con Salvini - spiega al Corriere della sera - siamo d'accordo sul fatto che chi prenderà più voti indicherà il premier".
Verso le elezioni politiche. L'obiettivo di Silvio Berlusconi è uno: "Vincere le elezioni, governare e di cambiare il Paese, con i nostri alleati del centrodestra. Un centrodestra aperto e plurale, formato non da professionisti della politica ma da persone che nella vita professionale, nel lavoro, nell'impresa, nella cultura, nell'impegno civile, abbiano dimostrato onestà assoluta, serietà, capacità concrete di realizzare le cose, di saper raggiungere con l’intelligenza, il lavoro e il sacrificio i traguardi che si sono dati". Ma nessuna ipotesi di large intese ("lo escludo") anche perché di tempo per "sbaragliare" gli avversari ce n'è a sufficienza: "Nel 2013 - ricorda il leader di Forza Italia - in ventitré giorni di campagna elettorale, ho fatto ricuperare 10 punti a Forza Italia. Stavolta abbiamo davanti 5 o 6 mesi che dedicherò principalmente a questo, quindi a far conoscere agli italiani il nostro programma e a farli riflettere su chi sarà in grado davvero di cambiare l’Italia".
La scelta di restare in campo. Il presidente forzista spiega il perché non ha intenzione di mollare, nonostante qualche amarezza: "Sono qui esclusivamente per senso di responsabilità nei confronti dei miei figli, dei miei nipoti, degli italiani che mi hanno dato in vent'anni più di 200 milioni di voti". Ma anche per cercare di evitare scelte infelici per il Paese: "Penso che se per assurdo gli italiani scegliessero di essere governati da chi, come i candidati del Movimento Cinque Stelle, che non hanno mai lavorato in vita loro, le conseguenze per tutti noi sarebbero gravissime. Ma spero che gli italiani dimostrino maturità e saggezza".
Il Rosatellum bis. Qualche riserva, poi, anche sulla legge elettorale: "Non è la migliore possibile, io avrei preferito un proporzionale puro (20% di voti uguale a 20% di parlamentari) sul quale in passato tutti d'altronde si erano detti d'accordo. Ma oggi questa legge è però il migliore compromesso possibile. Non potevamo sottrarci alla responsabilità di mandare a votare gli italiani con una legge coerente, come chiesto giustamente anche dal capo dello Stato. L’essenziale è che a questo punto gli elettori dopo quattro governi di sinistra che non sono mai stati votati dagli italiani, possano scegliere la migliore soluzione".
Il referendum. Infine un passaggio sul referendum in Lombardia e Veneto: "Noi voteremo convintamente sì, perché non è un referendum contro l’unità nazionale, è un referendum che la rafforza. Non è neanche un referendum di parte, raccoglie consensi trasversali. Nulla a che vedere con la Catalogna, un dramma che io spero si risolva pacificamente e nel quadro della legalità costituzionale spagnola.
Scelta del premier, Salvini d'accordo con Berlusconi - "Perfetto. In democrazia funziona così". Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, commentando le dichiarazioni del leader di Forza Italia, sulla scelta del candidato premier del centrodestra. "Chi prenderà più voti indicherà il premier", aveva detto Berlusconi.