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Lo spazio è una fabbrica d'oro

Una nuova scoperta astronomica conferma le ipotesi sulla formazione dei metalli pesanti come il platino e l'oro. Parte tutto dalla rilevazione sensazionale della fusione di due stelle di neutroni, un evento mai registrato finora

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A pochi giorni dall'assegnazione del premio Nobel per la fisica per l'osservazione delle onde gravitazionali arriva un'altra scoperta che cambia totalmente il modo di pensare l'Universo. Ligo e l'italiana Virgo hanno osservato con l'utilizzo di 70 telescopi da terra che le onde gravitazionali non si generano solo da buchi neri, ma anche dalla collisione di due stelle di neutroni. A questa rilevazione sono collegate una serie di scoperte collaterali: l'inizio di un'astronomia multi messaggero e la conferma di come si genera l'oro, finora solamente un'ipotesi.

Le stelle di neutroni hanno un'origine simile ai buchi neri. Quando una stella collassa su se stessa e la massa della stella morente è troppo piccola per formare un buco nero nasce una stella di neutroni. Si tratta di corpi molto densi, per comprenderne la densità si potrebbe immaginare tutta l'umanità compressa in una zolletta di zucchero.

Ligo e Virgo hanno osservato che quando due stelle di neutroni si fondono producono delle onde gravitazionali. Ma le stelle di neutroni quando si incontrono producono anche un altro tipo radiazione, quella elettromagnetica. Questo significa che da una stessa sorgente, le fusione di due stelle, vengono generate due onde diverse: le gravitazionali e le elettromagnetiche. La scoperta è sensazionale perchè come ha affermato Gianluca Gemme, coordinatore nazionale del rivelatore Virgo per l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, segna "l'inizio dell'astronomia multi messaggero", cioè un tipo di astronomia che si basa su segnali che provengono da lunghezze d'onda diverse e che sfrutta vari tipi di radiazione.
"La scoperta delle onde gravitazionali - ha aggiunto - è stata un momento storico, ma la ricchezza delle osservazioni venute in seguito è ancora superiore"

Secondo Paolo D'Avanzo dell'osservatorio di Brera dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf): "Sono risultati di portata storica, così numerosi e rivoluzionari da lasciare senza fiato". Perchè si tratta non solo del primo segnale di due stelle di neutroni mai osservato, ma anche del segnale più forte e più vicino. E' avvenuto a una distanza di "soli" 130 milioni di anni luce, contro il miliardo e mezzo di anni luce dei primi due buchi neri ascoltati nel 2015. 

"In un colpo solo - spiega D'Avanzo - sono state confermate due previsioni teoriche, ossia che le stelle di neutroni generano onde gravitazionali ed emettono anche luce. Un dato finora previsto e non certo. E abbiamo anche visto che mentre la materia delle due stelle si fondeva, altra materia si spargeva nello spazio circostante, decomprimendosi e liberando una grande quantità di neutroni". L'immane esplosione permette infatti la sintesi di elementi pesanti come oro e platino la cui formazione finora era coperta da un velo di mistero.

Il segnale è stato rilevato lo scorso 17 agosto, ma la scoperta è stata divulgata solo ora in contemporanea dall'Italia e dagli Stati Uniti.

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