Il Consiglio dei ministri ha autorizzato l'esercizio del golden power su Tim. "Abbiamo approvato il dpcm sul golden power relativo a Tim", ha detto il premier Paolo Gentiloni nella conferenza stampa al termine del cdm.
Il governo impone alle tre società di rilasciare la delega delle funzioni sulle attività rilevanti per la sicurezza nazionale a un componente del Cda che sia ritenuto idoneo dal governo: la delega "dovrà comprendere la responsabilità di un'apposita unità organizzativa (organizzazione di sicurezza) preposta". E tutte le società dovranno poi "fornire preventiva informazione in merito a ogni decisione che possa ridurre o cedere capacità tecnologiche, operative, industriali nelle attività strategiche".
Ora Tim ha 90 giorni per adeguarsi, mentre la conferma ufficiale di applicazione del "golden power". Nella vicenda c'è anche un'altra novità, parallela a quella che tocca direttamente Tim e Vivendi, che ha il controllo di fatto del principale gruppo delle telecomunicazioni italiano: la sanzione per la mancata notifica di un'operazione sottoposta al "golden power" potrà ora arrivare fino al doppio del valore dell'operazione e comunque non dovrà essere inferiore all'1% del fatturato realizzato dalle imprese coinvolte.
Dal punto di vista operativo, secondo i primi analisti interpellati, per ora non cambia molto per Tim, e si tratta soprattutto dal varo di un principio di intervento da parte del governo. Ma sullo sfondo rimane la partita più complessa e cruciale, cioè la separazione delle rete Tim. La società sostiene da sempre che la questione non è in agenda, ma potrebbe essere tra gli argomenti al centro dell'incontro che si terrà verso il fine settimana tra l'amministratore delegato del gruppo Amos Genish e il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, tra i maggiori sostenitori dell'esercizio del "golden power". Un progetto che, nel caso, potrà comunque essere concretamente realizzato solo dal prossimo governo.