La sezione disciplinare del Csm (Consiglio superiore della magistratura) ha sospeso dalle funzioni e dallo stipendio il giudice della Corte d'Appello di Reggio Calabria coinvolto nell'inchiesta della Procura di Trento su una presunta rete di pedofili dediti allo scambio di immagini online. Il magistrato era stato arrestato il 2 ottobre dalla polizia di Messina per pornografia minorile.
Le indagini, condotte dalla polizia postale di Bolzano e coordinate dal pm trentino Davide Ognibene, sono iniziate circa un anno e mezzo fa dall'analisi del pc di un 40enne altoatesino, residente in val Pusteria. L'uomo, arrestato dalla polizia di Trento, ha detto di aver scaricato da internet non riuscendo a indicare le persone da cui le aveva ricevute.
La sua versione dei fatti, però, non ha convinto gli investigatori della polizia delle comunicazioni che alla fine hanno scovato le prove digitali che hanno fatto venire giù l'intero castello. Sono stati loro, infatti, a scoprire un intenso utilizzo dell'applicazione e una rubrica con un centinaio di contatti dislocati su tutto il territorio nazionale.