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#quellavoltache, le storie di molestie taciute per anni trovano voce sul web

E' un progetto narrativo nato dopo lo scandalo che ha travolto il potente produttore di Hollywood Harvey Weinstein che raccoglie testimonianze di violenze non dette, per paura o per vergogna. E intanto in Svezia arrivano i concerti "antri stupro" per sole donne

Mani addosso, dappertutto, nel vagone di un treno pieno di tifosi inferociti; dita tra le cosce, al buio, nel silenzio notturno di un volo diretto a Gerusalemme. E ancora feste che diventano orge, fotografi che si trasformano in magnaccia, uomini che si scoprono bestie: sono solo uno stralcio delle storie che in queste ore donne comuni stanno raccontando sul web attraverso l’hashtag #quellavoltache. Un progetto nato dopo lo scandalo che ha travolto il potente produttore di Hollywood Harvey Weinstein, accusato di stupro e molestie da decine di attrici. Donne, adesso, che hanno deciso di parlare, bambine, prima, che si vergognavano di quanto subito.

Anche io ho #quellavoltache tornavo a casa di sera e un tizio è passato in bici di fianco a me toccandomi il culo e andando via. — Anita (@verdeanita) 13 ottobre 2017

#quellavoltache, e sono tante, abbasso la testa per paura di rispondere ad apprezzamenti fuori luogo che arrivano da perfetti sconosciuti— marina remi (@remyna) 13 ottobre 2017

#quellavoltache uno stimatissimo prete del mio paese mi palpava per bene quando andavo a trovare mia nonna. Avevo 12 anni. Ora è morto— BiondaMaIntelligente (@EllyBarbolini) 13 ottobre 2017

#quellavoltache un produttore di cinema mi ha convocata dopo un provino per dirmi: "si vede che… https://t.co/u5bimjVzSU— marina remi (@remyna) 13 ottobre 2017

Il mio #quellavoltache.
La mano sotto al tavolo che si allunga durante le riunioni. Lui è "un capo".— Diana Nuzzo (@BMVPedrita) 13 ottobre 2017

L’iniziativa è nata per raccogliere le storie di molestie, apprezzamenti spinti, situazioni in cui ogni donna si è sentita minacciata, impaurita, poco al sicuro. Situazioni nelle quali si è scelto il silenzio per la paura di non essere credute, per l’imbarazzo di quanto stesse accadendo, per una sorta di senso di colpa che ti portava a credere di aver sbagliato qualcosa. #quellavoltache è una sorta di viaggio narrativo attraverso il quale le donne prendono coraggio e alzano la voce anche contro chi, troppo superficialmente, punta il dito contro il loro silenzio. “Perché non ho parlato? - scrive Giulia - Perché il patriarcato che non ti crede è lo stesso che cerca di colpevolizzarti per quello che ti infligge”.

E intanto in Svezia arrivano i concerti "anti-stupro" per sole donne. Nemmeno in uno dei Paesi cuore dell’Europa dei diritti e dello sbandierato rispetto dei generi, è scontato che una donna possa andare a divertirsi senza il rischio di subire molestie. Quest’estate, per la prima volta, Stoccolma ospiterà un festival musicale "man free", vietato agli uomini. A tenere in piedi la macchina saranno musiciste, tecniche di scena, addette alla sicurezza, bariste, organizzatrici, addette a catering e palco, facchine. Gli uomini non sono ammessi. C'è davvero molto da riflettere se persino la Svezia, tra i più avanzati al mondo per uguaglianza e parità sessuale, si barrica dietro l'identità di genere per tenere al sicuro le sue cittadine.

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