La nuova legge elettorale, ribattezzata Rosatellum bis e che ha avuto il via libera definitivo da parte del Senato, prevede un sistema misto, dalla forte impronta proporzionale. E' stata stabilita una soglia di ingresso del 3% per le singole liste, che sale al 10% per le coalizioni. Poco più di un terzo dei deputati verranno eletti in collegi uninominali maggioritari, in cui i partiti possono coalizzarsi, mentre gli altri in modo proporzionale.
Mix proporzionale-uninominale - Il 36% dei seggi viene assegnato con l'uninominale, il 64% con il proporzionale. 231 sono quindi i seggi alla Camera e 109 quelli al Senato assegnati in collegi uninominali, vince il candidato più votato. Il resto dei seggi viene assegnato con metodo proporzionale, nell'ambito di collegi plurinominali: i listini non possono contenere un numero di candidati inferiori a 2 e superiori a 4. Le circoscrizioni sono 20 per il Senato e 28 alla Camera. Viene assegnata al governo la delega per ridisegnare i collegi.
Soglia di sbarramento - Per accedere in Parlamento è fissata una soglia d'ingresso del 3%, sia al Senato che alla Camera. Soglia che per le coalizioni sale al 10% su base nazionale. I voti dei partiti in coalizione che abbiano raggiunto la soglia dell'1% vengono ripartiti alla stessa coalizione. Sotto la soglia dell'1%, invece, i voti vanno dispersi. È vietato il voto disgiunto.
Come sarà la scheda elettorale - All'elettore viene consegnata un'unica scheda, sia per il proporzionale che per il maggioritario. Una scheda è per la Camera e una per il Senato. Sul frontespizio ci saranno le istruzioni per l'uso: viene spiegato come si vota e come saranno distribuiti i voti. Su ogni scheda ci sarà un tagliando removibile, dotato di codice alfanumerico progressivo, che verrà rimosso e conservato dall'ufficio elettorale prima che la scheda venga depositata nell'urna.
Pluricandidature - Le pluricandidature sono consentite fino a un massimo di 5 nei listini proporzionali, non sono consentite nei collegi. Raccolta delle firme - Sono esentate dalla raccolta delle firme le formazioni che siano rappresentate da almeno un gruppo parlamentare dal 15 aprile 2017 (norma ribattezzata salva Mdp). Per i nuovi partiti o quelli che non abbiano un gruppo parlamentare sarà possibile dimezzare il numero delle firme necessarie da 1.500-2.000 a circa 750. In questo caso si tratta di una deroga valida solo per le prossime politiche. E lo stesso vale per un'altra norma: gli avvocati cassazionisti potranno autenticare le firme a sostegno delle liste elettorali.
Capo politico - Al momento di presentare le liste, i singoli partiti (ma non le coalizioni) devono indicare il proprio programma e il proprio "capo". Il testo precisa che ciò è indipendente dai poteri del Presidente della Repubblica (art. 92 della Costituzione) di nominare il presidente del Consiglio.
Trasparenza - Sul sito del Viminale i partiti pubblicheranno non solo liste, nome del "capo" e programma, ma anche lo Statuto e il titolare del simbolo.
Le firme - Viene dimezzato, rispetto al testo originario, il numero delle firme da raccogliere per tutti quei partiti o nuove formazioni che non hanno un proprio gruppo. Il numero di firme da raccogliere passa da 1.500-2.000 a circa 750 per ognuno dei 65 collegi plurinominali. Solo per le prossime elezioni, anche gli avvocati abilitati al patrocinio in Cassazione potranno autenticare le firme per la presentazione delle liste elettorali.
Voto disperso - I voti degli elettori che avranno barrato solo il nome candidato del collegio uninominale saranno distribuiti proporzionalmente ai partiti che sostengono il candidato del collegio.
Niente scorporo - Nel testo finale non è previsto lo scorporo, come accadeva invece nel Mattarellum.
Quota di genere - Nei collegi uninominali e plurinominali nessuno dei due generi può essere rappresentato da più del 60% dei candidati.
Gli eletti all'estero - Si prevede che anche cittadini italiani possano candidarsi in una circoscrizione Estera. La norma è stata ribattezzata "anti-impresentabili" o "anti Verdini".
Trentino-Alto Adige - Rimane il testo come modificato dall'emendamento Fraccaro-Biancofiore votato a scrutinio segreto l'8 giugno: sei collegi uninominali e cinque proporzionali.