La Lombardia, insieme all’Emilia Romagna e al Veneto, contribuisce alla metà dei contributi che coprono la spesa del sistema previdenziale italiano. Questi i dati emersi dal quarto rapporto "Bilancio del sistema previdenziale italiano" dell’osservatorio "Itinerari Previdenziali" - che mappa lo stato del sistema a livello nazionale sulla base di banche dati del 2015 - e riportati dalla Regione Lombardia in vista del referendum consultivo per l’autonomia fissato per il 22 ottobre.
Prestazioni bilanciate - La distribuzione delle prestazioni a livello regionale presenta un bilanciamento: su un totale di 100, 58,6 sono, infatti, per vecchiaia (di cui 32,1 di anzianità con storie contributive in media di 37 anni), 19 sono prestazioni ai superstiti, 3,1 di invalidità e solamente 19,3 assistenziali. La Lombardia guida, inoltre, la classifica delle regioni più virtuose con un vitalizio ogni 45mila abitanti, seguita da Lazio ed Emilia Romagna.
Livelli di sostenibilità - Per quanto riguarda, invece, i livelli di sostenibilità del sistema previdenziale, la Lombardia si piazza al seconda posto, dopo il Trentino-Alto Adige. Il tasso di copertura - ovvero quanto i contributi versati da ogni singola regione coprono le uscite per prestazioni - è pari al 97,11% rispetto a una media nazionale del 76,19%. In altri termini, a fronte di 100 euro di prestazioni previdenziali, 97 provengono dai contributi dei cittadini lombardi, garantendo una piena sostenibilità al sistema regionale.
La Lombardia è la regione che versa più contributi - Nel 2015, La Lombardia ha trasferito il 26,41% delle sue entrate fiscali, ovvero 35,6 miliardi di euro, nelle casse dell’Inps, che contano un totale di oltre 130 miliardi di entrate. Si tratta del contributo più alto a livello nazionale, che supera anche gli aggregati regionali del centro-Italia (20,4%) e del sud-Italia (16,44%). Mediamente un lombardo versa annualmente 3.558 euro; seguono i cittadini di Emilia Romagna (3.111 euro) e Trentino (3.053 euro).