Un'opera d'arte scatena una bufera politica. Su un obelisco alto tre metri eretto a Pagazzano, in provincia di Bergamo, sono stati iscritti i nomi dei terroristi dell'attentato di Barcellona. Accanto a loro, su un’altra stele, quelli di quattordici vittime della strage del 17 agosto. L’autore dell’opera ha realizzato i due monumenti per invitare tutte le persone coinvolte a "piangere i propri morti".
Terroristi commemorati - "Il mio sogno è uccidere gli infedeli", scriveva Moussa Oukabir sul suo profilo Facebook. Un disegno di morte portato avanti con determinazione, fino al massacro di sedici innocenti sulla Rambla. Tra loro c’erano anche due bambini di tre e sette anni. Eppure, secondo l’artista, anche la sua vita merita di essere ricordata. Così come quella degli altri affiliati al commando terroristico: Younes Abouyaaqoub, Mohamed Hichamy e Said Alla.
Il sindaco di dissocia - Secondo quanto riporta il quotidiano La Verità, l’intallazione, inserita nella rassegna d'arte "Biennale del Dialogo", sarebbe stata realizzata all'insaputa dell’amministrazione comunale. "Se è così, non condivido per niente ciò che è stato esposto", ha detto il sindaco di Pagazzano, Raffaele Moriggi. "Se abbiamo commesso un peccato, è stato semplicemente quello di superficialità. Non ce ne siamo accorti. Non ho ancora parlato con l’artista, ma un’idea ce l’avrei: rimuovere quell'obelisco che implicitamente offende le vittime".
L'artista si difende - Per evidenziare l’uguaglianza di tutti i defunti, l’artista ha scelto di tradurre tutti i nomi in arabo. E anche i titoli dell’installazione, "Pietas 1" e "Pietas 2", richiamano i monumenti per i caduti in guerra ."Sono stele commemorative per gli uni e per gli altri. Separati nella vita, uniti nella morte. Prese una alla volta hanno un senso. Ognuno piange i propri morti", ha spiegato l’autore delle opere. Poi ha ribadito l’importanza di equiparare il dolore di tutti: "Questo autoproclamato combattente ha padre, madre, parenti, amici, tutte persone a cui la memoria non può essere negata".