AL CONFINE CON LA BOLIVIA

Battisti: "Non stavo cercando di fuggire, in Brasile sono protetto"

La versione del terrorista: "Ero con due amici, stavamo andando a pescare e a comprare vini e articoli di cuoio; la polizia mi ha teso un'imboscata"

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"Non stavo fuggendo". Lo ha detto il terrorista Cesare Battisti, intervistato dalla tv brasiliana Tribuna, in relazione al suo arresto al confine con la Bolivia per esportazione di valuta. E aggiunge: "Perché avrei dovuto? Io sono protetto, il decreto Lula non può essere revocato: sono passati cinque anni". "Non sono un rifugiato politico - spiega, - sono un immigrato con un visto permanente". E tornando al giorno dell'arresto: "La polizia brasiliana mi ha teso un'imboscata: ero con due amici, stavamo andando a pescare e a comprare vini e articoli di cuoio".

Il motivo dell'arresto e la versione di Battisti Cesare Battisti è stato fermato per esportazione illegale di valuta e non perché non potesse lasciare il Brasile: "Non capisco - ha detto l'ex Pac raggiunto dalla Tv a Cananéia, sul lungomare di San Paolo, dove si trova ospite a casa di conoscenti - perché si voglia far credere che stavo fuggendo o scappando. Adesso sto organizzando la mia difesa, ma è chiaro che quanto detto dal primo giudice a Corumbà non sta né in cielo né in terra". "Ero con due amici, Vanderlei e Paulinho, - ricorda - e stavamo andando a pescare e a comprare vini e articoli di cuoio. Siamo stati abbordati a 200 chilometri dalla frontiera, siamo rimasti lì un sacco di tempo. La nostra auto è stata smontata quasi del tutto, poi abbiamo proseguito il viaggio", ha aggiunto.

"Ci stavano aspettando, ridacchiavano, avevano proprio cattive intenzioni. Sono stati davvero sleali, - ha sottolineato Battisti. - Ho avuto l'impressione che fosse tutto preparato da tempo: hanno rivoltato la nostra auto come un calzino. Mi hanno accusato di esportazione illegale di valuta, ma c'è un grande errore; quei soldi erano da usare tra noi tre, quindi non abbiamo superato nessuna soglia, non capisco perché me li abbiano attribuiti tutti a me".

L'estradizione in Italia? "Illegale" Nessun rischio di estradizione in Italia, secondo Battisti: "Il decreto Lula risale al 2010 e dopo ciqnue anni non si può più tornare indietro da quella decisione. Se pensano di potermi mandare in Italia lo faranno illegalmente", ha detto. "Non ho mai avuto intenzione di andarmene dal Brasile, l'unico Paese in cui sono protetto è questo", ha continuato il terrorista. "Voglio costruirmi una casetta qui, ma dovrò aspettare. Nonostante alcune strane manovre per mandarmi in Italia", ha aggiunto.

Battisti è stato condannato in Italia per quattro omicidi. "Questa cosa che stavo fuggendo - sottolinea - non sta in piedi, non sono un rifugiato politico sono un immigrato con un visto permanente, io posso uscire da questo Paese come e quando voglio, senza nessuna restrizione, ho tutti i diritti brasiliani".