Il presidente Sergio Mattarella non ha mai ricevuto la lettera di nonna Peppina, al secolo Giuseppa Fattori, la 95enne terremotata sfrattata dalla sua casetta in legno abusiva a San Martino di Fiastra (Macerata). Ma l'anziana, che domenica ha lasciato l'abitazione dove però vuole a tutti i costi tornare, non si perde d'animo: "Se non l'ha ricevuta, la rimandiamo".
Il "caso" di nonna Peppina è diventato ormai un affare nazionale: contro quella che da più parti è stata definita "una vera ingiustizia", "una follia italiana", sono scesi in campo molti politici: in testa il leader della Lega Matteo Salvini che ha pure presentato una proposta di legge ed è andato due volte a trovarla.
Ma la vicenda, intanto, ha seguito il suo iter. Domenica la 95enne ha dovuto lasciare la costruzione antisismica tirata su nel giardino di casa: il condono è bloccato dal vincolo paesaggistico e la notifica dai carabinieri è arrivata alla figlia, Gabriella Turchetti. E subito è scattata l'esecuzione del sequestro. Il tribunale ha ritenuto che l'uso dell'immobile possa "aggravare le conseguenze dannose prodotte dall'opera abusiva sull'ecosistema protetto dal vincolo paesaggistico". Quindi fuori.
Ma Peppina, che ha lamentato di essere stata "un po' dimenticata dalle istituzioni", non vuole però lasciare il suo paese. Non andrà, dunque, a stare con la figlia a Castelfidardo, in provincia di Ancona: ha deciso di stabilirsi nel vicino container, con un termosifone elettrico a riscaldare l'ambiente. "È lucida e determinata - ha detto il genero Maurizio Borghetti -, non c'è modo di convincerla a venire con noi, vuole restare qui. Per ora". Peppina "vuole morire a San Martino, accanto alla sua casa inagibile, dove ha vissuto per oltre 70 anni".
La novantacinquenne e i suoi familiari, comunque, non si danno per vinti. "Ci siamo appellati a tutti, abbiamo scritto anche al Papa e al presidente Mattarella", hanno ripetuto. Ma al Quirinale "non è mai giunta alcuna lettera da parte della signora Peppina Fattori, né da alcuno dei suoi familiari", viene precisato dal Colle. "Sulla base di una lettera di un comitato locale - sottolineano al Quirinale - pervenuta due settimane fa dopo il provvedimento dell'autorità giudiziaria di sequestro dell'immobile, il Presidente della Repubblica è intervenuto chiedendo chiarimenti alle locali autorità, le quali hanno assunto le loro decisioni, in ambito giudiziario e amministrativo, nella responsabilità dei propri compiti".
Una precisazione di cui prende atto Gabriella Turchetti, la figlia di Peppina. Che spiega: "Con mia sorella Agata ci siamo, per così dire, divise i compiti: io ho scritto al Papa, o meglio, ho mandato una lettera-appello ad alcuni giornali, mia sorella Agata invece ha scritto al presidente Mattarella. Se poi la sua lettera non è arrivata, perché ha sbagliato intestazione o perché c'è stato un altro problema, non so. Vorrà dire che la rimanderà". "Adesso - aggiunge - ho trovato un canale giusto per recapitare il nostro appello al Pontefice e ho provveduto a mandare la lettera. Mia sorella, se al presidente non è ancora arrivato nulla, farà la stessa cosa".