Cura calvizie

Calvizie: il trapianto di capelli non è la cura

Il trapianto di capelli è una pratica molto efficace per coprire i danni legati alla caduta dei capelli, ma non è risolutivo

La storia del trapianto di capelli conta ormai quasi ottant’anni di ricerche, applicazioni ed affinamenti, che hanno portato questa metodica ad un livello molto elevato di efficacia.

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Il primo trapianto di piccole aree di scalpo, con buona densità capillare in aree ormai diradate, fu eseguito dal dermatologo giapponese Shojui Okuda nel 1939. Tanti anni di sperimentazione pratica, nuove proposte chirurgiche e tanto aiuto da parte della tecnologia, hanno portato la tecnica verso livelli di eccellenza come il trapianto monobulbare atFUE.

Purtroppo anche nelle condizioni migliori e di eccellenza, la mera tecnica di copertura chirurgica della calvizie, per quanto all’avanguardia ed efficace, non affronta le vere cause di questa patologia e quindi non è da considerare come una cura della calvizie. La prova di ciò è data dalla necessità di ripetere questa operazione di copertura anche più volte ad intervalli regolari, perché le vere cause fisiologiche della caduta di capelli non hanno mai cessato di agire. L’unica vera cura contro la calvizie è una terapia che mira al cuore delle cause fisiologiche per contrastarle in maniera efficace. Ad oggi, la Medicina Rigenerativa, può essere considerata come l’unico efficace baluardo contro le reali cause della caduta di capelli.

Il trapianto di capelli non è una cura! La Medicina Rigenerativa rappresenta il percorso terapeutico ad-personam contro la calvizie, la base su cui costruire risultati validi.
HairClinic BioMedical Group da anni si occupa dei problemi di calvizie. Una diagnosi precoce apre la possibilità di una cura non chirurgica, ma quando la calvizie si trova in una situazione più avanzata, il trapianto di capelli con metodo atFUE è il nostro strumento d’elezione per coprire i danni della caduta di capelli. Il trapianto però ha bisogno di un importante supporto perché mantenga di efficacia, naturalezza e durata. Questo supporto in HairClinic è dato già dal 2009 dal Protocollo di Medicina Rigenerativa bSBS. Il Protocollo di Medicina Rigenerativa bSBS è infatti una potente arma di contrasto agli effetti negativi della calvizie. La sua efficacia è nell’approccio terapeutico non chirurgico nella lotta alla Caduta di Capelli. Le sue cinque fasi terapeutiche sono concentrate in una sola sessione seguita da un follow-up costruito sul paziente, e conferiscono al Protocollo di Medicina Rigenerativa bSBS una enorme efficacia nel promuovere la propria massima Rigenerazione Cellulare.
Il risultato estetico del solo trapianto di capelli non sempre è naturale, la differenza qualitativa dei capelli trapiantati è ben visibile è può creare una vera disarmonia estetica. Solo un percorso completo può lavorare sia nel favorire un risultato clinico stabile, sia per promuovere un risultato estetico duraturo e di valore.

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La Medicina Rigenerativa non è un optional per chi soffre di calvizie me è da considerarsi “l’arma” che non c’era.
Ottimi benefici e risultati estetici si riscontrano in casi di diradamento localizzato o diffuso, e in casi di miniaturizzazione del capello (situazioni riscontrate su oltre il 93% dei pazienti trattati). Il protocollo prevede la raccolta di un concentrato cellulare che si estrae dal sangue del paziente e un'avanzata tecnologia di separazione cellulare di quei principi attivi naturali di Rigenerazione Cellulare, otticamente assistita (hCRP). Questo viene potenziato con Matrice ExtraCellulare nativa liquida, prelevata in maniera indolore grazie all’estrattore HemoDrain ECM, e successivamente bombardato con ultrasuoni, per aumentare la disponibilità biologica di detti principi attivi. Infine viene iniettato sotto cute direttamente nel cuoio capelluto. Il ricorso a tecnologie quali HairCarboxyTherapy e HairOzone favorisce una potente azione antinfiammatoria su tutto il sistema scalpo-capelli, promuovendo un migliore stato di salute del sistema stesso. Questo quadro favorisce quindi le massime possibilità di ottenimento di un risultato valido, sia dal punto di vista estetico che di quello clinico, ma soprattutto una durata temporale maggiore del semplice trapianto di capelli.

Ma perché il trapianto di capelli non è una cura?
Vediamo quali sono queste “entità malvagie” che causano la calvizie ed impediscono alla chirurgia di ottenere da sola un risultato estetico duraturo. Diidrotestosterone (DHT): è la causa principale della calvizie genetica ereditaria, altrimenti nota come Alopecia Androgenetica (AGA). Un enzima naturalmente presente nell’organismo, la 5-α-Reduttasi (5αR), agisce sull’ormone sessuale maschile per antonomasia, il testosterone, per dare origine a questa forma ridotta, il DHT appunto. Il suo effetto sui follicoli capillari di quei soggetti che sono predisposti geneticamente, è quello di “mandare a pallino” il corretto assetto fisiologico del sistema “scalpo-capelli”. Seborrea, alterazioni del cuoio capelluto, progressivo squilibrio delle fasi di crescita del capello e inevitabile miniaturizzazione, portano invariabilmente al diradamento, sempre più marcato, fino ai quadri di calvizie conclamata più evidenti. Non si pensi che questo scenario sia solo a svantaggio dei maschietti per via del testosterone… Quest’ultimo è un importante ormone sessuale che è parte degli equilibri fisiologici delle donne, tanto quanto dell’uomo. Ovviamente il dosaggio di testosterone nella donna è minimo, ma c’è. Tanto basta per scatenare fenomeni di Alopecia femminile in tutte quelle pazienti che abbiano la stessa predisposizione genetica di cui parlavamo precedentemente. La “forma” della calvizie sarà differente: mentre l’uomo perde i capelli sulle tempie e sul vertice fino a lasciare una sorta di “coroncina" in zona occipitale e parietale bassa, la donna tende ad avere un diradamento diffuso sulla parte alta del capo, mantenendo pressoché inalterata la linea di attaccatura frontale. Quindi, anche per questo motivo queste due forme di perdita di capelli vengono chiamate rispettivamente Alopecia Maschile  e Alopecia Femminile  come se fossero due entità separate. In realtà la natura di entrambe è identica.
Prostaglandina D2 (PGD2): ad aggravare un quadro che già da sé è abbastanza impegnativo, questa proteina va a dare supporto al DHT con le sue proprietà di mediatrice delle infiammazioni. Infatti, come tutte le prostaglandine, la PGD2 svolge un ruolo importante nel determinare la risposta dei tessuti ad aggressioni di vario tipo. L’infiammazione infatti, altro non è che un richiamo di sangue, globuli bianchi ed altri principi che determinano la risposta immunitaria dell’organismo, contro un aggressore. Il problema è quando questi mediatori inducono la risposta immunitaria in maniera immotivata e cronica. Questo è il guaio di avere la PGD2 “in circolo” a braccetto con il Diidrotestosterone. Il questo quadro, l’azione della Medicina Rigenerativa, mira proprio al contenimento delle azioni negative di questi due principi naturali, attraverso l’utilizzo di altri principi (anch’essi naturali), del tutto autologhi (cioè appartenenti al paziente stesso). Ciò porta alla promozione di quelle basi di salute che sono essenziali per favorire risultati naturali e di alto valore estetico.

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Il trapianto di capelli non è una cura.
Ma anche altre cattive abitudini possono allontanarci dal concetto stesso di “cura della calvizie". Vi è mai capitato di sentire di quella tal lozione “miracolosa” per i problemi di calvizie, o di quell’altro shampoo “anticaduta-rivitalizzante-rinforzante-antitutto”? Il concetto che si illustrava precedentemente, ossia la calvizie che è data da cause fisiologiche importanti che non possono esser curate dall’esterno, non vale solo per l’autotrapianto. Anche la “cosmesi”, incarnata da qualsiasi trattamento che curi la pulizia e il buon aspetto estetico dei capelli, è qualcosa che si limita solo al livello esterno del sistema “scalpo-capelli”. In nessuna maniera una lozione potrà penetrare (per fortuna) a livello del derma profondo dove troviamo i bulbi capillari. Non esiste né shampoo, né balsamo al mondo che possa contrastare le vere cause della calvizie, perché rimarranno ad agire sul cuoio capelluto. Possono invece rappresentare un supporto alla Medicina Rigenerativa. Quindi è una grave perdita di tempo quella di rivolgersi a palliativi cosmetici, per risolvere un problema che ha radici molto profonde. Anzi, la tempestività nella diagnosi della calvizie è un dato fondamentale, che può fornire più probabilità di riuscita nell’eventuale contrasto, oppure un risultato di supporto al trapianto più efficace e che ne può prolungare la validità, grazie ai benefici delle Medicina Rigenerativa, non certo raggiungibili con uno shampoo.

Dunque come bisogna agire in caso di calvizie o perdita di capelli?
Una regola fondamentale è quella di non perdere tempo con palliativi cosmetici, di seguire un percorso terapeutico completo che possa intervenire concretamente sulle cause e concause del problema personale, sia attraverso analisi avanzate sia tramite un Protocollo avanzato di Medicina Rigenerativa.